L'attacco del commando suicida è stato preceduto da un conflitto a fuoco. Forti esplosioni davanti agli ingressi. Tra le vittime le guardie di sicurezza. Le autorità: "Porta la firma di Al Qaeda"
BAGDAD - Un assalto armato alla sede della Banca centrale irachena nel centro di Bagdad ha provocato almeno 15 morti e 40 feriti. Le autorità non hanno ancora appurato se si sia trattato di un attacco terroristico o di una rapina. L'assalto è stato preceduto da una serie di forti esplosioni in rapida successione davanti alla sede della Banca, nel quartiere di Rasheed, seguita da un conflitto a fuoco fra insorti e forze di sicurezza. Le vittime sono guardie di sicurezza della banca e membri della difesa civile. Almeno cinque i kamikaze entrati in azione in quella che le autorità hanno attribuito ad Al Qaeda.
L'operazione sarebbe stata condotta da terroristi suicidi. Tre assalitori con indosso cinture esplosive si sono fatti saltare davanti all'ingresso principale intorno alle 15, mentre gli impiegati stavano uscendo, dopo aver ingaggiato uno conflitto a fuoco con le guardie di sicurezza. Altri due kamikaze si sono fatti esplodere subito dopo davanti a un ingresso laterale della banca.
"Uomini armati hanno attaccato la banca, ma non è finora chiaro se si tratti di una rapina o di una azione per causare distruzione", ha detto il generale Qassim Atta, portavoce della sicurezza a Bagdad.
Altre fonti hanno riferito anche di una presa di ostaggi (impiegati che non sarebbero riusciti a fuggire), altre ancora che tutti gli assalitori, forse una decina, sono stati uccisi dalle forze di sicurezza nel corso di una battaglia, a cui hanno partecipato anche elicotteri dell'esercito. In base ad altre informazioni, molti degli assalitori sono invece alla fine riusciti a dileguarsi.
I gruppi terroristi negli ultimi tempi usano spesso le rapone per autofinanziarsi. Poco meno di un mese fa sono state attaccate contemporaneamente dieci oreficerie della Capitale, 14 le vittime.
L'attentato cade alla vigilia dell'apertura del parlamento iracheno tre mesi dopo le elezioni dello scorso 7 marzo. Il parlamento domani è chiamato ad eleggere il suo presidente e il presidente della Repubblica. Ma prima che ne esca un accordo per la formazione del governo è probabile, dicono gli analisti, che trascorrano altre settimane di trattative.
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