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15 giu 2010

Anemone, tangenti dai conti della segretaria


Una decina di operazioni sospette per oltre un milione di euro. Domani interrogato Rutelli

Guido Bertolaso (LaPresse)
Guido Bertolaso (LaPresse)
PERUGIA —
 Oltre un milione di euro elargiti movimentando i conti intestati alla sua segretaria. Una decina di operazioni sospette a fronte di sette appalti ottenuti soltanto nel 2008. I pubblici ministeri di Perugia ricostruiscono il passaggio dei soldi versati da Diego Anemone, imprenditore privilegiato nell'assegnazione dei lavori per i «Grandi Eventi». Ma un nuovo conflitto rischia di essere sollevato dalle difese degli indagati. Senza neanche attendere la trasmissione delle carte da Firenze, la procura di Roma ha infatti aperto un fascicolo sul filone che riguarda il capoluogo toscano dopo che la Corte di Cassazione ne aveva decretato la competenza. E adesso anche Guido Bertolaso — che oggi dovrebbe essere interrogato — potrebbe chiedere lo spostamento del fascicolo, come del resto aveva annunciato nei giorni scorsi. Proprio nella capitale sarà ascoltato domani Francesco Rutelli: dopo aver sentito gli architetti che ottennero incarichi durante il governo guidato da Romano Prodi, i magistrati vogliono sapere quali criteri furono adottati nelle procedure per l'affidamento dei lavori per le celebrazioni dell'Unità d'Italia.

I SOLDI DI ALIDA - Era stata la Guardia di Finanza a documentare l'ascesa della Anemone Costruzioni che due anni fa ha fatturato 34 milioni e mezzo di euro. Un balzo notevole rispetto agli 8 milioni del 2003. Ebbene, nel 2008 — anche grazie al decreto che inserisce il G8 de La Maddalena nei «Grandi Eventi» — l'impresa ottiene il primo lotto dei lavori in Sardegna a giugno, altri tre appalti decisi in vista del vertice internazionale appena un mese dopo, l'aeroporto di Perugia per festeggiare l'Unità d'Italia, un doppio incarico per i Mondiali di Nuoto che si svolgeranno a Roma l'estate successiva. Anemone, come si comprende dalle telefonate intercettate, è molto soddisfatto. E cerca di ricambiare i favori ottenuti. Si mostra riconoscente con il Provveditore Angelo Balducci al quale aveva già regalato case e soldi: soltanto per pagare gli arredi dell'appartamento del figlio spende oltre 40.000 euro, che però fattura alla società che si è aggiudicata la gara. Il resto lo elargisce in contanti facendo prelevare soldi dai conti che ha intestato a uno dei suoi prestanome più fidati: la segretaria Alida Lucci. Sono stati gli ispettori di Bankitalia a segnalare ai pubblici ministeri Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi le nove operazioni sospette per importi che oscillano tra i 100.000 e i 300.000 euro. I magistrati sono convinti che si tratti delle tangenti versate per ricompensare chi lo aveva aiutato e dunque attendono di conoscere chi siano i beneficiari di questi versamenti. La risposta potrebbe arrivare entro qualche giorno visto che si tratta di depositi aperti su istituti di credito italiani tra i quali spicca la Banca delle Marche. La scorsa settimana, davanti agli investigatori della Finanza, la donna aveva giurato di aver sempre agito seguendo le norme. E invece i tabulati dei suoi conti registrano movimentazioni continue proprio nel periodo in cui il volume d'affari del suo datore di lavoro subisce un'impennata.

BERTOLASO E RUTELLI - Il capo della Protezione civile convocato come indagato di corruzione, l'ex ministro come testimone. Entrambi chiamati a chiarire i loro rapporti con i componenti della «cricca». Se Bertolaso dovrà spiegare come mai Anemone decise di pagargli affitti, ristrutturazioni e compensi per le consulenze concesse a sua moglie, Rutelli dovrà ricostruire i suoi contatti con Balducci. Ed eventualmente confermare le dichiarazioni di Antonio Di Pietro che davanti ai magistrati ha sostenuto di aver messo in guardia sia lui, sia il premier Prodi delle «criticità» relative agli appalti concessi alle società di Anemone e degli altri imprenditori a lui collegati. La scorsa settimana sono stati sentiti gli architetti Stefano Boeri e Roberto Malfatto. Il loro collega Angelo Zampolini aveva detto di essere stato scartato dal centrosinistra proprio per favorire loro. Entrambi hanno ribaltato queste dichiarazioni: «Siamo stati fatti fuori quando sono arrivati gli altri ». Una diatriba che appare senza sbocco per i magistrati che in realtà sono interessati a conoscere l'entità e la natura delle contropartite per l'aggiudicazione dei lavori. Ieri la procura di Roma ha aperto un fascicolo sui lavori per la Scuola dei marescialli di Firenze. La scorsa settimana era stata la Corte di Cassazione a dichiarare la competenza dei magistrati della Capitale così come sollecitato da Remo Pannain e Alfredo Gaito, legali di Fabio De Santis, e da Marcello Melandri, che assiste Francesco De Vito Piscicelli. E i pubblici ministeri non hanno perso tempo: senza neanche attendere la trasmissione del fascicolo dai colleghi si è deciso di affidare l'indagine al pubblico ministero Maria Letizia Golfieri. Chissà che adesso anche gli altri indagati, Bertolaso in testa, non diano seguito a quanto annunciato e presentino analogo ricorso. Il Tribunale del Riesame di Perugia ha già stabilito che questa parte di indagine deve restare in Umbria. Ma la scorsa settimana, quando si è saputo che nuovi accertamenti erano stati disposti per verificare l'esistenza di una casa all'estero che avrebbe avuto a disposizione all'estero, il capo della Protezione Civile ha affermato: «Potrei anche chiedere di essere "gestito" dalla Procura competente che non è Perugia».

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