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13 mag 2010

Un fischietto giallo contro la fame: muore un bambino ogni 9 secondi

Carl Lewis e Jeremy Irons tra i testimonial della mobilitazione internazionale lanciata dalla Fao

ROMA - Un fischietto giallo. E' il simbolo della mobilitazione contro la fame nel mondo che la Fao ha presentato questo pomeriggio a Roma. È il progetto "1billionhungry" (1miliardo di affamati) per raccogliere almeno 1 milione di firme in una petizione on lineche chiede ai governi di mettere il problema della fame all'ordine del giorno dell'agenda politica mondiale. Vuol essere, spiegano dalla Fao, «uno sbocco costruttivo ai sentimenti di rabbia e frustrazione di tutti coloro indignati per il fatto che ancora nel XXI secolo più di 1 miliardo di persone soffrano la fame».


JEREMY IRONS - Non è un caso che lo slogan della campagna che invaderà muri, mezzi pubblici e metropolitane di molte grandi città, sia «I'm mad as hell!» («sono incavolato nero e tutto questo non lo accetterò più!») ripetuta dall'attore Jeremy Irons in un video a sostegno dell'iniziativa. Un contatore virtuale registra ogni nuovo nome che si aggiunge alla petizione a cui si può partecipare con firme sul web, con messaggi sms ma anche con l'iscrizione al gruppo Facebookdel progetto. Tra le personalità dello spettacolo e dello sport che hanno dato il proprio sostegno, ci sono il calciatore del Manchester City Patrick Vieira, olimpionica di scherma Valentina Vezzali, il pluricampione olimpico ed ormai leggenda dell'atletica Carl Lewis (che si è affacciato al momento del lancio della campagna dalle finestre del palazzo della Fao di Roma) , i calciatori Ral Gonzlez del Real Madrid, Joo Moutinho dello Sporting di Lisbona, Luca Toni della Roma.

Carl Lewis alla Fao (Reuters)
Carl Lewis alla Fao (Reuters)

5 MILIONI DI VITTIME - Il direttore generale della Fao, Jacques Diouf, nel presentare la petizione mondiale 1billionhungry contro la fame, ha ricordato che «circa di 5 milioni di bambini muoiono ancora di fame ogni anno nel mondo: uno ogni 9 secondi». Quanta gente, ha ammonito Diouf in videoconferenza da Brasilia dove il suo aereo è rimasto bloccato a causa della nube del vulcano islandese, «deve ancora morire per fare della lotta contro la fame una priorità?». Per questo, ha aggiunto, «dobbiamo attaccarsi alle cause profonde della fame addottando soluzioni durature che devono essere economiche, politiche, finanziare e tecniche». Il diritto all'alimentazione, ha continuato Diouf, «è il diritto più fondamentale dei diritti dell'uomo. Provo un sentimento di rivolta perchè degli essere umani continuano a soffrire e a morire di fame. Abbiamo l'obbligo morale di agire oggi, domani e fin quando non vinceremmo questa battaglia, che è una battaglia di tutti».

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