QUAGLIARIELLO: «IN TV PARLI ESPONENTE UNICO». IL FINIANO BRIGUGLIO: «È ASSURDO»
«Ci aggredisce». «No, è satira»
Il premier in Cdm: la trasmissione si diletta a attaccarci. La replica: «La satira se la prende col potere»
Serena Dandini (La Presse) |
POLEMICHE - L'attacco del premier in Cdm ha innescato dure reazioni. In primis del Pd. «Che trovi il tempo di fronte a quello che accade nel mondo e in Italia di attaccare Serena Dandini durante il consiglio dei Ministri, la dice lunga sulla "fenomenologia" di Silvio Berlusconi» ha dichiarato il senatore Vincenzo Vita che si chiede «chi ha paura di Serena Dandini?». «Adesso è davvero troppo. Ma possibile che Berlusconi con tutti i problemi che ci sono nel paese non abbia nulla da fare che prendersela con chi lo prende in giro o parla male di lui in televisione? - tuona il capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione di Vigilanza Pancho Pardi - Possibile che in 16 anni nessuno gli abbia ancora spiegato che la satira è libera e di solito attacca il potere?». Insorge il consigliere di minoranza Rai Giorgio Van Straten, secondo il quale Berlusconi dovrebbe rispettare la Rai e tutelarne l'autonomia. «Bisogna che la politica smetta di dire a questa azienda quali trasmissioni vanno bene e quali no - secondo Van Straten -. Bisogna lasciare a chi lavora in Rai la libertà di fare il proprio mestiere, ognuno a suo modo: chi fa informazione, chi fa satira, chi fa intrattenimento, ecc». Per il consigliere Rai i politici devono giudicare alla fine il lavoro complessivo degli amministratori del servizio pubblico e, nel frattempo, lasciare agli organi di controllo la verifica che quanto va in onda corrisponda agli indirizzi del contratto di servizio e agli interessi dei cittadini. Di diverso avviso il consigliere di maggioranza Antonio Verro, secondo il quale gli insulti non sono satira, peggio ancora se rivolti al presidente del Consiglio.
ESPONENTE UNICO - L'attacco del premier all Dandini, si inserisce nel filone "politica e tv " di cui sempre venerdì si è occupato Gaetano Quagliariello. In una intervista al Tempo il senatore Pdl ha affrontato il tema delle presenze degli esponenti del Popolo della Libertà nei talk show televisivi: dentro il partito - è la convinzione di Quagliariello - si discute, si articolano le posizioni ma poi si decide «e alla fine la voce all'esterno è e deve essere unica. Altrimenti ci sarebbero due partiti». Esplicito il riferimento alla tensioni delle ultime settimane tra il presidente del Consigliio e Gianfranco Fini. «Nessuno nega - dice il senatore Pdl - che si sia creata una dissidenza all'interno del Pdl e che lo scontro tra Fini e Berlusconi sia avvenuto. Era assolutamente normale che la stampa ne desse notizia, che le trasmissioni tv di approfondimento politico mettessero in evidenza il fatto invitando esponenti delle due diverse posizioni. Normale per la settimana successiva a quanto accaduto. Non possiamo pensare - avverte però Quagliariello - che da adesso in avanti diventi un'abitudine che due persone elette tra le file dello stesso partito vengano invitate nei salotti del piccolo schermo in quanto portatori di due posizioni diverse». Immediata la reazione della "corrente finiana".. Carmelo Briguglio considera assurdo l'invito del collega di partito. «L'amico Quagliarello - dice - vorrebbe imporre che nei talk-show il Pdl sia rappresentato da un solo esponente. Che vogliamo fare? Mandare un documento del partito alle redazioni perché si uniformino?».
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