David, vince la Marzabotto di Diritti
nella notte delle polemiche anti-tagli
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Il presidente della Repubblica Napolitano con Stefania Sandrelli |
La protesta sul palco contro Bondi
"Siamo una risorsa, non il nemico"
"Siamo una risorsa, non il nemico"
ROMA
La cerimonia di consegna dei David di Donatello si è trasformata nel palcoscenico della gente dello spettacolo per criticare i tagli al Fus e per lanciare un messaggio di allarme al governo. Dopo la lettera dei Centoautori letta ad inizio serata da Stefania Sandrelli, praticamente tutti i personaggi che si sono succeduti sul palco accanto al presentatore Tullio Solenghi hanno detto parole in difesa dello spettacolo, denunciando i tagli dei fondi per la cultura. Significativa la battuta di Valerio Mastrandrea: «Il cinema non può essere nemico dei popoli, è una risorsa».
Barbareschi ha parlato di necessità di unione per creare una lobby che difenda i lavoratori, fino a Tonino Guerra premiato col David alla Carriera che in un lungo intervento ha detto ai colleghi autori cinematografici: «Troviamo un altro modo di combattere contro questa ignoranza, con meno clamore. Col silenzio. Chi comanda - ha aggiunto Guerra - è quasi sempre ignorante».
Le polemiche sui tagli al Fondo unico dello spettacolo in parte coprono l'evento, ma il risultato clamoroso non può passare in secondo piano: un film su una delle più tragiche pagine della nostra storia, la strage di Mazabotto, "L'uomo che verra" di Giorgio Diritti è il film dell'anno battendo i più accalmati e celebrati "Baaria", "Vincere", "Mine vaganti" e "La prima cosa bella". Il solo Bellocchio si consola in parte col secondo premio più pesante, il David di Donatello per la regia di "Vincere", mentre niente gloria per "Baaria" e solo importanti premi di consolazione per "La prima cosa bella" (attori protagonisti) e per "Mine vaganti" (migliori attori non protagonisti).
La cerimonia di consegna dei David di Donatello si è trasformata nel palcoscenico della gente dello spettacolo per criticare i tagli al Fus e per lanciare un messaggio di allarme al governo. Dopo la lettera dei Centoautori letta ad inizio serata da Stefania Sandrelli, praticamente tutti i personaggi che si sono succeduti sul palco accanto al presentatore Tullio Solenghi hanno detto parole in difesa dello spettacolo, denunciando i tagli dei fondi per la cultura. Significativa la battuta di Valerio Mastrandrea: «Il cinema non può essere nemico dei popoli, è una risorsa».
Barbareschi ha parlato di necessità di unione per creare una lobby che difenda i lavoratori, fino a Tonino Guerra premiato col David alla Carriera che in un lungo intervento ha detto ai colleghi autori cinematografici: «Troviamo un altro modo di combattere contro questa ignoranza, con meno clamore. Col silenzio. Chi comanda - ha aggiunto Guerra - è quasi sempre ignorante».
Le polemiche sui tagli al Fondo unico dello spettacolo in parte coprono l'evento, ma il risultato clamoroso non può passare in secondo piano: un film su una delle più tragiche pagine della nostra storia, la strage di Mazabotto, "L'uomo che verra" di Giorgio Diritti è il film dell'anno battendo i più accalmati e celebrati "Baaria", "Vincere", "Mine vaganti" e "La prima cosa bella". Il solo Bellocchio si consola in parte col secondo premio più pesante, il David di Donatello per la regia di "Vincere", mentre niente gloria per "Baaria" e solo importanti premi di consolazione per "La prima cosa bella" (attori protagonisti) e per "Mine vaganti" (migliori attori non protagonisti).
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