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8 mag 2010

David di Donatello 2010, la premiazione

David, vince la Marzabotto di Diritti
nella notte delle polemiche anti-tagli
Il presidente della Repubblica Napolitano con Stefania Sandrelli

La protesta sul palco contro Bondi
"Siamo una risorsa, non il nemico"
ROMA
La cerimonia di consegna dei David di Donatello si è trasformata nel palcoscenico della gente dello spettacolo per criticare i tagli al Fus e per lanciare un messaggio di allarme al governo. Dopo la lettera dei Centoautori letta ad inizio serata da Stefania Sandrelli, praticamente tutti i personaggi che si sono succeduti sul palco accanto al presentatore Tullio Solenghi hanno detto parole in difesa dello spettacolo, denunciando i tagli dei fondi per la cultura. Significativa la battuta di Valerio Mastrandrea: «Il cinema non può essere nemico dei popoli, è una risorsa». 

Barbareschi ha parlato di necessità di unione per creare una lobby che difenda i lavoratori, fino a Tonino Guerra premiato col David alla Carriera che in un lungo intervento ha detto ai colleghi autori cinematografici: «Troviamo un altro modo di combattere contro questa ignoranza, con meno clamore. Col silenzio. Chi comanda - ha aggiunto Guerra - è quasi sempre ignorante».

Le polemiche sui tagli al Fondo unico dello spettacolo in parte coprono l'evento, ma il risultato clamoroso non può passare in secondo piano: un film su una delle più tragiche pagine della nostra storia, la strage di Mazabotto, "L'uomo che verra" di Giorgio Diritti è il film dell'anno battendo i più accalmati e celebrati "Baaria", "Vincere", "Mine vaganti" e "La prima cosa bella". Il solo Bellocchio si consola in parte col secondo premio più pesante, il David di Donatello per la regia di "Vincere", mentre niente gloria per "Baaria" e solo importanti premi di consolazione per "La prima cosa bella" (attori protagonisti) e per "Mine vaganti" (migliori attori non protagonisti).

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