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11 mag 2010

Stretta sulle auto blu Si inizia con il censimento...

Grande iniziativa del ministro Brunetta che annuncia un giro di vite. Ma che in svela anche una terribile verità: in Italia ne abbiamo talmente tante di queste macchine che non sappiamo nemmeno quante siano...


Stretta sulle auto blu Si inizia con il censimento...

Ecco la prova sul fatto che in Italia abbiamo tante auto blu che non sappiamo neanche il numero preciso: il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ha appena firmato una direttiva per avviare un monitoraggio e capire, finalmente, quante sono. Secondo la nostra inchiesta le vetture in dotazione alla Pubblica amministrazione sono circa 600 mila, un numero aumentato nel 2009 del 3,1% passando per la precisione da 607.918 a 626.760 unità. E solo tre anni fa erano 574 mila. Un numero di mezzi che ci spiazza sempre più rispetto al resto del mondo dove l' Italia batte gli Usa (ma anche Francia, Inghilterra e Germania) dieci a zero nel rapporto di macchine del Palazzo. Un rapporto incredibilmente alto perché, a fronte delle nostre oltre 600 mila auto blu, ce ne sono 72.000 negli Usa, 61 mila in Francia, 55 mila nel Regno Unito e 54.000 mila in Germania, fino ad arrivare alle 22 mila del Portogallo, fanalino di coda nella top ten delle auto di rappresentanza.

Ora però le auto blu sono finite nel mirino, prima per l'incredibile tentativo di regalargli l'immunità dalle contravvezioni, poi per la comica partecipazione alla Mille Miglia. "L'argomento", spiegano infatti i collaboratori di Brunetta "è stato già oggetto di provvedimenti normativi e di direttive, tutti incentrati sulla necessità di operare tagli per ridurre la spesa dell'uso delle cosiddette 'auto blu'. Tuttavia, questi tagli 'orizzontali' sui capitoli di bilancio, mentre si sono rivelati efficaci nel breve periodo, nel periodo lungo non hanno esplicato gli effetti sperati di riduzione e razionalizzazione". 


La direttiva finalmente fissa paletti precisi. A partire dal "riassunto" dell'attuale disciplina esistente sulla materia per ricordare alle pubbliche amministrazioni "i principi e i criteri cui attenersi nell'utilizzo e nella gestione del proprio parco auto". Non solo: qui si punta anche a razionalizzarne il loro l'uso, senza tagli brutali, in modo tale da risparmiare il più possibile. Come? "Per ottenere questo risultato", spiegano i tecnici del ministero "il primo passo è avere degli elementi generali di conoscenza del fenomeno. A questo scopo, si da l'avvio a un monitoraggio delle autovetture in dotazione delle pubbliche amministrazioni al fine di ottenere dei dati obiettivi di partenza in merito al loro utilizzo concreto (quante? da parte di chi? con quale spesa?), sulla base dei quali costruire poi soluzioni razionali e innovative atte a portare, anche nel lungo periodo, significativi risparmi di spesa per le casse pubbliche".

Insomma, qualcosa si muove. Anche se - purtroppo - non sapendo neanche di cosa parliamo quando genericamente indichiamo "auto blu" significa proprio che lo spreco è eletto a sistema. Questa è l'unica certezza.

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