Libertà di stampa: Italia 72° come il Congo
L’Italia compare al 72° posto per la libertà di stampa nella classifica stilata da Freedom House, organizzazione indipendente Usa fondata nel 1941 per garantire nel mondo le libertà, diffuso oggi in occasione della giornata mondiale della libertà di stampa. Con sorpresa, ma non troppa, l’Italia risulta essere un Paese in cui la stampa è soltanto parzialmente libera, come il Sudafrica, le Filippine, il Congo, la Thailandia e il Nepal, dopo Suriname, Trinidad e Tobago ma anche Israele, Grecia e Cile.
Secondo lo stesso rapporto, i Paesi con maggiore libertà di espressione sono la Finlandia, l’Islanda, La Norvegia e la Svezia. Solo al 24esimo posto troviamo gli Stati Uniti, mentre la Gran Bretagna si classifica 26esima.
Nonostante l’articolo 21 della Costituzione tuteli la libertà di stampa, l’Italia, come lo scorso anno, è penultima tra i Paesi dell’Europa Occidentale, seguita soltanto dalla Turchia. La stampa italiana è stata considerata libera fino al 2003 ma, a partire dal 2004, Freedom House ha relegato lo Stivale nel gruppo dei paesi di fascia B.
“Il ritorno al potere di Berlusconi nell’aprile 2008 gli ha permesso nuovamente di poter controllare fino al 90% delle emittenti televisive nazionali, mediante gli sbocchi alle (televisioni) pubbliche e le sue partecipazioni ai media privati”, dice l’edizione del 2009 commentando la realtà italiana e ricordando come “il primo ministro sia il principale azionista di Mediaset, del principale editore nazionale Mondadori e della più grande concessionaria di pubblicità Publitalia”.
Secondo l’organizzazione di vigilanza Usa, la libertà di stampa è diminuita globalmente, con un calo nell’Africa sub-sahariana, nell’America latina e nel Medio Oriente mentre l’unica area geografica a migliorare è l’Asia del sud. Inoltre, secondo il rapporto 2010, “Cina, Russia e Venezuela hanno sistematicamente violato la libertà di Internet e dei nuovi mezzi di comunicazione”.
I paesi agli ultimi posti di questa classifica sono Libia, Birmania, Turkmenistan e Corea del Nord (196esima), paesi in cui la stampa è non-libera. Nel mondo, soltanto una persona su sei vive in un paese con una stampa considerata libera da Freedom House.
La Giornata mondiale della libertà di stampa è stata istituita nel 1993 per ricordare i principi fondamentali da cui scaturisce il diritto all’informazione rendendo omaggio anche a tutti i giornalisti che hanno perso la vita nell’adempimento del loro dovere. Secondo dati resi noti dall’Unesco, nel 2009 sono stati 96 i giornalisti uccisi nel mondo, 71 dei quali hanno perso la vita nel tentativo di svolgere il proprio mestiere.
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