Il presidente della Camera: «Dovere di tutti tutelare il valore della legalità in Italia»
Il presidente della Camera Gianfranco Fini (Fotogramma) |
VERDINI- Poi alla giornalista che gli chiedeva se a suo avviso Verdini dovrebbe fare un passo indietro da coordinatore del Pdl il presidente della Camera ha risposto: «No. La storia recente è zeppa di episodi in cui dopo l'avviso di garanzia le accuse si sono dimostrate non sussistenti».
LIBERTÀ DI STAMPA- Parlando del ddl intercettazioni e del fatto che con questo provvedimento non si potrà pubblicare più nulla a cominciare dagli atti delle indagini, Fini ha aggiunto: «Non credo che in una democrazia ci sia mai troppa libertà di stampa. Il problema comunque non è quello della quantità della stampa, ma della sua qualità». Anche se questa, spesso è «connessa alla qualità della politica». Ed è anche vero, ha sottolineato, che vista la qualità della politica questa « farebbe bene a guardare se stessa prima di fare le pulci agli operatori dell'informazione».
IL GIORNALE - Il passo per parlare de Il Giornale è breve: «Il problema per Il Giornale è l'evidente conflitto in cui si trova l'editore» ha detto Fini tornando sulle polemiche sollevate da alcuni articoli del quotidiano molto critici nei confronti suoi e dei finiani. «Berlusconi ha detto in modo pubblico - ha proseguito Fini - che è consapevole dei seri problemi politici che quel giornale ha determinato, basti pensare alla vicenda Boffo. Da un lato c'è l'interesse dell'editore, dall'altro c'è l'interesse del presidente del Consiglio, che sono nella stessa famiglia. Anche questo è un caso di conflitto di interessi. Ci sono momenti in cui bisogna privilegiare l'interesse generale sul piano politico o quello editoriale». Per il presidente della Camera «nel momento in cui si è chiamati a occuparsi dell'interesse generale va messo da parte l'interesse particolare». Fini ricorda dunque che il giornale appartiene alla famiglia del presidente del Consiglio e che questa non ha voluto mettere in discussione l'attuale direzione. «L'editore - afferma il presidente della Camera - ha ritenuto che fosse molto, molto importante avvalersi di uno staff che fa vendere migliaia di copie...». Poi, a proposito del direttore de Il Giornale, Fini ribadisce che questo usa la «penna come se fosse una clava». Il presidente del Consiglio, aggiunge il numero uno della Camera, «ha ammesso pubblicamente di essere consapevole dei problemi politici che quel giornale ha determinato, basti pensare alla vicenda Boffo». Ma, sottolinea Fini, «da un lato c'è l'interesse dell'editore, dall'altro c'è l'interesse del presidente del Consiglio, che sono nella stessa famiglia». E anche questo, sostiene, «è un caso di conflitto di interessi». E invece, conclude, «nel momento in cui si è chiamati a occuparsi dell'interesse generale va messo da parte l'interesse particolare».
FISCO - Un argomento per sottolineare la distanza da Berlusconi è quello relativo al fisco: «Se si dice che le tasse sono troppo alte e quindi è naturale evadere io rovescio il ragionamento, cominciamo a colpire chi evade così ci sono le risorse per abbassare le tasse. Le tasse sono troppo alte per tutti perché è troppo alta l'evasione. È vero - ha aggiunto - che è anche perché le tasse sono molto alte, ma se vogliamo ridurre le tasse avviamo una durissima fase di lotta all'evasione. È essenziale una sorta di etica repubblicana in questo senso, anche questo è un modo per ricordare l'unità d'Italia». «Io - ha concluso - ho detto più volte che dovremmo citare come esempio meritorio i tantissimi italiani che ogni giorno fanno il loro dovere. Qualche volta si privilegia finendo per dare ragione a Prezzolini che diceva: meglio furbi che fessi...».
LEGA - E infatti sulla necessità di impegnarsi per le celebrazioni avviate mercoledì per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia Fini ha detto che le posizioni della Lega Nord all'interno della maggioranza sono minoritarie ed isolate. «Le posizioni leghiste sono minoritarie, isolate», ha detto Fini. «Lasciamo da parte le polemiche. «La Lega è un alleato importante, con il quale il Pdl ha presentato un programma, ma è essenziale nel momento in cui si sta insieme non andare a rimorchio di un movimento rispettabilissimo ma che è presente in alcune zone del Paese». Poi sui 150 anni d'Italia: «Le celebrazioni per 150 anni dell'Unità d'Italia sono iniziate nel modo migliore, il Capo dello Stato ha fatto un discorso alto sottolineando che non c'è nulla di retorico, non è tempo sprecato ma un doveroso ricordo delle nostre radici». Fini ha osservato che mercoledì il premier Berlusconi non era presente a Quarto ma ha lodato i discorsi dei ministri Bondi e La Russa, sottolineando che a questo punto le polemiche «vanno lasciate da parte», ma in ogni caso si è detto «lieto di aver posto quel problema» a suo tempo.
IL RUOLO - Infine a difesa delle sue esternazioni ha precisato: «Io ho il preciso dovere di essere imparziale nella conduzione dei lavori dell'Aula ma proprio perché non ho vinto un concorso, ho anche il diritto come i miei predecessori di avere delle opinioni politiche e porle all'attenzione nel mio partito».
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