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7 mag 2010

Berlusconi: agenzie senza credibilità

BANKITALIA: «IL NOSTRO SISTEMA ROBUSTO». TREMONTI: «NESSUNO È IMMUNE»

Banche, Moody's scatena la bufera

L'ente americano conferma il giudizio. Fitch:gli istituti italiani hanno reagito bene

MILANO - I timori che la crisi greca contagi il sistema bancario si diffondono in Europa,trascinando in profondo rosso le Borse del Vecchio Continente e degli Usa. Ad alimentare le paure c'è la presa di posizione di Moody's: il pericolo che la crisi di Atene coinvolga altri Paesi europei esiste e riguarda soprattutto «Portogallo, Spagna, Irlanda, Italia e Gran Bretagna». Un allarme che chiama in causa anche il nostro Paese, ma che altre agenzie di rating comunque ridimensionano. E sul quale la stessa Moody's corregge poi il tiro. Ma che spinge comunque la Banca d'Italia a fornire rassicurazioni: «Il nostro sistema bancario è robusto, il deficit di parte corrente è basso, il risparmio è alto, il debito complessivo di famiglie, imprese e Stato è basso rispetto ad altri Paesi, il debito netto nei confronti dell'estero è basso. Tutto ciò rende il caso dell'Italia diverso da quello di altri Paesi» hanno sottolineato fonti di Via Nazionale, quindi la reazione mercati «è del tutto ingiustificata. L'esposizione delle banche italiane verso la Grecia è pari allo 0,2% del totale delle attività del nostro intero sistema» e le banche italiane «in ogni caso sono in grado di fronteggiare eventuali tensioni anche di notevole intensità».

BERLUSCONI - Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, parlando con alcuni dei suoi più stretti collaboratori, ha dato un giudizio severo sulle agenzie internazionali che giudicano la solidità dei sistemi economici degli Stati. Le agenzie di rating ormai hanno perso credibilità: bisogna intervenire per regolare la loro attività, avrebbe detto il premier. I conti pubblici italiani sono solidi, e il Paese non rischia, avrebbe assicurato Berlusconi, durante la visita al ministero dello Sviluppo Economico, ricordando la politica di rigore adottata dal Governo con la manovra triennale e ribadendo che la strada del rigore è oggi ancora più necessaria.

TREMONTI - Cauto il ministro Giulio Tremonti: «Nessuno è immune dai rischi perché passeggero con biglietto di prima classe» ha voluto sottolineare il titolare dell'Economia. «L'estensione della crisi - ha aggiunto - è sistemica e la soluzione può essere solo comune e politica». Nell'informativa urgente del governo alla Camera, Tremonti non ha fatto mistero della minaccia che la crisi greca rappresenta per «la stabilità tanto del Paese quanto dell'intera area euro». Ma il ministro ha anche invitato i parlamentari a guardare avanti. «Crisi in greco vuol dire discontinuità. Una discontinuità che può essere positiva, costitutiva e costruttiva per l'Europa» ha detto Tremonti. «Dobbiamo saper andare più lontano - ha aggiunto - imparando la lezione e prendendo tutte le misure necessarie affinchè una crisi di questo tipo non si ripeta». Il discorso del ministro però non appassiona: una settantina di parlamentari al massimo hanno ascoltato la relazione. Montecitorio ha dimostrato una sostanziale indifferenza al dibattito. A «brillare» soprattutto le assenze della maggioranza: due soli deputati della Lega, ben pochi del Pdl qualcuno in più sui banchi del Pd.

AGENZIE DI RATING - Il rapporto di Moody's sui rischi per il sistema bancario europeo ha innescato quindi una vera e propria bufera. E il tonfo delle Borse europee è la dimostrazione di come i giudizi delle agenzie di rating rappresentino un fattore che può esacerbare gli animi. Nel frattempo, la Banca centrale europea ha lasciato invariato all'1% il tasso di riferimento principale in Eurolandia, come ampiamente previsto dal mercato. A differenza di Moody's, l'agenzia Fitch, esaminando i dati relativi al sistema Italia, ha mantenuto un giudizio inalterato giudicando positivamente l'operato degli istituti bancari. Dall'inizio della crisi, due anni fa, «le banche italiane hanno reagito bene, si sono mosse nella giusta direzione rafforzando il patrimonio e basandosi sul loro punto di forza, la raccolta diretta tra la clientela» ha spiegato l'analista di Fitch Christian Scarafia, sottolineando che questo diminuisce il "rischio contagio" greco per il sistema bancario italiano. Sicuramente «il 2010 - è l'opinione di Scarafia- non sarà facile, la ripresa sarà lenta e le banche avranno altre importanti sfide da affrontare». Per la verità, la stessa Moody's ha poi chiarito di non aver assunto alcuna iniziativa sul rating dell'Italia, confermandolo al livello AA2, peraltro con prospettive stabili. I rating sull'Italia «non sono sotto osservazione», ha chiarito un portavoce di Moody's. Linea simile dalla maggiore agenzia di rating mondiale, Standard & Poor's: sull'Italia non c'è nessuna novità, ha riferito una portavoce, l'ultimo aggiornamento risale all'8 aprile scorso, confermava il rating "A+" e anche in questo caso con un outlook stabile. Il rapporto che ha scatenato il tutto in realtà si limitava a rilevare che in una ipotesi di aumento delle tensioni sui titoli di Stato italiani, le banche della penisola potrebbero risentirne. Peraltro laddove «finora il sistema bancario «italiano» è stato relativamente robusto», aggiungeva la stessa Moody's.

REAZIONI - Come per Bankitalia, anche secondo il presidente dell'Abi (l'associazione bancaria italiana) Corrado Faissola,«il settore bancario in Italia «è forte e solido». «Dalla lettura del rapporto Moody's emerge - secondo Faissola - una situazione positiva e quindi opposta rispetto a quella che è sembrata emergere oggi dopo le prime notizie sul report. L'analisi evidenzia una maggior forza e robustezza del settore bancario italiano rispetto agli altri». Per l'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera «il sistema bancario italiano «può affrontare la situazione in condizioni migliori di altri».

FRANCIA E GERMANIA - Intanto in una lettera inviata giovedì al presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e al 

presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso di cui il quotidiano Le Monde pubblicherà un estratto venerdì, il presidente francese Nicolas Sarkozy e la cancelliera tedesca Angela Merkel dichiarano di voler rafforzare la sorveglianza sui conti pubblici della zona euro e dotare i sedici membri di un «robusto quadro» di gestione della crisi. «Non dobbiamo dimenticare - scrivono Merkel e Sarkozy - le lezioni delle passate turbolenze nel settore bancario. Gli Stati non dovrebbero essere costretti a soccorrere le banche. Bisogna che le banche possano fallire senza scatenare dei rischi sistemici per l'intero settore finanziario».

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