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9 mar 2010

L'isola dei cassintegrati: la protesta degli operai sardi

All'Asinara l'Isola dei cassintegrati
E la protesta vive in diretta su Facebook

Sul social network il gruppo dei senza lavoro
ha già oltre 16mila iscritti

ROMA (8 marzo) - Non ci sono telecamere, né premi e soprattutto non ci sono in gioco notorietà e fama. Sono trascorsi oltre 10 dieci giorni da quando un gruppo di cassintegrati, ex dipendenti della Vynils, ex Enichem, industria chimica di Porto Torres, ha deciso di esiliarsi sull'isola dell'Asinara occupando le celle del carcere abbandonato.

L'isola dei Cassintegrati hanno chiamato questa protesta, facendo il verso al reality. «Qui nessuno è famoso, ma tutti sono senza lavoro», dicono. E se questo non bastasse il gruppo di operai ha fatto di più: ha deciso di affidare la protesta a Facebook con un gruppo che in meno di una settimana ha registrato 9000 iscritti e ha avuto 1000 fan in soli due giorni. In meno di un'ora, il tempo in cui questo articolo è stato scritto, il numero degli iscritti al gruppo è passato da appena 15 mila a oltre 16 mila. E il numero aumenta continuamente.

Sulla bacheca si moltiplicano di ora in ora i commenti e le voci di solidarietà. C'è chi testimonia la propria storia, chi sente la necessità di lasciare un messaggio solo per sostenere l'azione del gruppo di operai. E la bacheca è diventata in pochi giorni il punto di confronto sul difficile periodo dell'economia sarda.

Intanto sull'isola ci si arrangia come si può, non senza problemi. Esiliati nelle celle del carcere abbandonato, gli operai trascorrono da soli le giornate, preparano da mangiare e dormono nelle fredde celle.

Nei giorni scorsi il forte vento ha fatto cadere un palo della luce, e per più di 3 giorni gli esiliati sono rimasti senza luce e senza poter ricevere imbarcazioni per via del mare mosso. Gli operai hanno dichiarato che non si muoveranno dall'isola finchè gli impianti non riprenderanno a funzionare.

Da novembre, quando è cominciata la cassa integrazione, gli operai della Vynils, hanno percepito una sola mensilità, e hanno dovuto far quadrare il bilancio familiare con solo 800 euro in tre mesi. L'idea del reality stride con la realtà, ma sull'isola è tutto vero, compresa la speranza di poter tornare a una vita normale.

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