LA STORIA | L’AVVOCATO CON IL MITO DI AL PACINO HA RUBATO 1,6 MILIARDI DI DOLLARI
Casa Versace e 24 supercar
Scoperto dall’Fbi, fa arrestare i boss italiani di Miami
La trappola
Si è presentato al mafioso con addosso un microfono. E lo ha consegnato ai poliziotti
WASHINGTON - Alle spalle della scrivania un quadro con Al Pacino nei panni del Padrino. Su un tavolino, un ovale di legno con scritto: «Un buon avvocato conosce la legge, un grande avvocato conosce il giudice». E Scott Rothstein, legale di grido, di persone ne conosceva davvero tante. Ricconi, investitori e persone che non amavano comparire. Gente a posto e tipi poco raccomandabili, tutti però con denaro a volontà. Rothstein, 47 anni, nato nel Bronx ma cresciuto in Florida, li ha fregati. Un bel buco che ha scosso lo Stato del Sole: 1,6 miliardi di dollari. Un piccolo Madoff con grandi ambizioni. Una volta che lo hanno beccato non ha avuto scelta. Ed ha fatto il «deal», ha accettato di collaborare con l’Fbi. I federali lo hanno usato come grimaldello per arrivare a Roberto Settineri, mafioso italiano trapiantato a Miami. Scott è andato dal boss — si conoscevano da tempo — e gli ha chiesto un aiuto per riciclare del denaro. Settineri ha accettato. Peccato per lui che l’avvocato avesse un registratore nascosto sotto la camicia candida. E una settimana fa l’Fbi e la polizia italiana hanno chiuso la partita e le manette.
A Rothstein, che sarebbe ancora in prigione, gli hanno cambiato nome nel timore di vendette. Ora deve vivere sotto traccia. L’opposto di quanto ha fatto fino a novembre di quest’anno. Scott non si è fatto mai mancare nulla. Influente, ossequiato, con i contatti buoni il ragazzo del Bronx ha costruito un impero di opulenza. Cominciamo dai «tetti»: 13 tra appartamenti e residenze varie, compresa la comproprietà di Casa Casuarina, la villa una volta appartenuta a Gianni Versace. Poi il parco macchine: 24 tra Ferrari (5 esemplari), Bugatti (2), Lamborghini (3), Bentley e Rolls Royce, più «qualche» Harley. Ancorato, sotto casa, uno yacht da 5 milioni di dollari. Parcheggiato a Fort Lauderdale un aereo privato: prima un Boeing 727, quindi un jet più piccolo. Al polso quasi sempre un Rolex, uno dei tanti della sua collezione da un milione di dollari.
Una disponibilità che ha reso felice la moglie, la bionda Kim, conosciuta nel 2003 ad un barbecue. La signora Rothstein, 36 anni, mentre i clienti del marito piangevano per i soldi persi, si lasciava andare alla sua grande passione: le scarpe. Ne ha acquistate in quei giorni a bizzeffe. Per centinaia di migliaia di dollari. Nei negozi ma anche via online in una boutique di Los Angeles che ha tra i clienti Paris Hilton e Jessica Simpson. Sotto giuramento, la candida Kim ha confessato: «Spesso le ho acquistate solo per averle». E la stessa cosa vale per borse griffate e vestiti.
Nel mondo di Scott c’era, ovviamente, spazio alla politica. Intesa come amicizia interessata. L’avvocato—confermano i documenti ufficiali —ha finanziato repubblicani e democratici, con una preferenza per i primi. Spiccano, ad esempio, i cinquecentomila dollari per l’ultima campagna del ticket McCain-Palin. Rapporti «trasparenti» e documentati da tante foto della coppia d’oro insieme ai notabili della Florida. Rothstein non era mica una figura da evitare. Anzi, poteva tornare utile. Anche perché piaceva l’ossessione per la sicurezza. Il suo mega-ufficio era protetto da telecamere e microfoni nascosti e aveva alcune uscite segrete. Affari e discrezione.
Ma l’impero, come altri imperi, alla fine è crollato. Scott deve pensare come non affogare. Fine ingloriosa per uno che si credeva superman. Una volta gli hanno chiesto: «Ma quando dorme?». E lui: «Quando sarò morto». Previsione sbagliata. Adesso — e salvo accordi sotto banco — lo attendono 100 anni di prigione, dunque avrà tempo per schiacciare un pisolino.
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