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14 gen 2010

Un caffè con gli scienzati


Un caffé con gli scienziati
È il Festival della Scienza

Via alla kermesse nella capitale: cinque giorni di appuntamenti con personalità di fama internazionale. In bilico tra scienza e fantascienza, arte digitale, intuizioni suggestive e vertigini hi-tech


NEL 2006 scopriva il virus dell'aviaria e nel febbraio del 2009 ha isolato il virus dell'influenza suina. Ma accanto a consensi e traguardi mozzafiato, c'è anche una sorta di missione etica che l'ha trasformata in pioniera di un modello di ricerca open source, tanto da rendere "sportivamente" accessibili a tutti le sue scoperte tramite una banca dati su Internet. E' la virologa Ilaria Capua (cugina di Roberta, ex miss Italia e ora conduttrice tivvù), la beautiful mindromana di 43 anni, a capo del centro di referenza nazionale per l'aviaria dell'Istituto zooprofilattico delle Venezie a Padova, definita da Science "uno dei cervelli più originali e determinati della ricerca". E' lei una delle star più attese della quinta edizione del Festival delle Scienze di Roma diretto da Vittorio Bo, che dal 13 al 17 gennaio ritorna all'Auditorium Parco della Musica con un tema quanto mai intrigante "Tra possibile e immaginario: magie tecnologiche e ricerca scientifica".

Cinque giorni di lectio magistralis con personalità di fama internazionale, incontri, dibattiti, caffè scientifici, mostre, eventi e spettacoli sul filo rosso dell'indagine ravvicinata sui possibili rapporti tra scienza e fantascienza, tra tecnologia e creatività, dove il mondo di Internet e le potenzialità del digitale la fanno da padrone.
Non a caso sarà proprio il duetto tra Ilaria Capua e il biochimico Cameron Neylon con la conferenza intitolata "Scienza aperta: chi decide e come?" ad inaugurare (13, ore 18, 14, ore 10:30) la serie di appuntamenti della kermesse che puntano a coinvolgere un pubblico di tutte le età a suon di questioni accattivanti, suggestioni hi-tech e progetti originali tutti da sperimentare in prima persona.


Basti solo pensare che passeggiando tra i foyer dell'Auditorium si può seguire il percorso interattivo griffato Telecom Italia Future Lab, dove scoprire le potenzialità futuribili del digitale, dalla video chat in 3D ai più moderni sistemi di learning, dall'infomobilità interattiva alla digital art user generated. Qualche esempio sfizioso: con un touch screen si potrà curare il proprio giardino, con il robot "tata" WonWee che controlla tutte le stanze di casa si potrà partire tranquilli per le vacanze, con il sistema "mobile payment" si può fare la spesa con il cellulare che leggerà il codice dell'oggetto e lo pagherà direttamente alla cassa.

All'insegna delle emozioni più adrenaliniche un simulatore consentirà di guidare un Eurostar Frecciarossa a trecento chilometri orari in diverse condizioni meteorologiche, mentre col progetto Laptop Orchestra chiunque potrà dirigere un'orchestra di quindici elementi.

In bilico tra arte digitale, bizzarria musicale e vertigine tecnologica arrivano i Motel Connection, la band torinese capitanata dal cantante dei Subsonica Samuel Romano con la performance H. E. R. O. I. N. Human Environmental Return of Output/Input Network, un inedito progetto crossmediale "a ridotto impatto ambientale" che prevede la pubblicazione di un primo singolo, un fumetto, e un videogioco con il quale i visitatori del Festival possono interagire da una postazione (13, ore 21).

Grande attesa anche per la vera signora delle stelle, l'astrofisica Margherita Hack e il suo "Nero delle stelle" che attraverso un radiotelescopio, accompagnata da sei musicisti del Parco della Musica Contemporanea Ensemble e il guru della musica contemporanea Gérard Grisey, regalerà in prima nazionale i suoni dello spazio, le melodie di due stelle (Vela e 0329+54) (15 e 16, ore 21).

E se un'altra anteprima la offre National Geographic Channel con la proiezione di "Living on Mars" dedicata all'ambizioso progetto dello scienziato della Nasa Chris McKay di trasformare Marte in un secondo Pianeta Terra dove vivere, la parata di personalità in cattedra diventa il fiore all'occhiello del festival.

Apre la bizzarra lezione-show dello storico della scienza del Politecnico di Torino Vittorio Marchis con "autopsia di un giradischi" per dissertare con ironia sul progresso tecnologico. A confrontarsi sulla questione "Dove ci porta il Web", l'ad di Telecom Italia Franco Bernabè, il country manager di Google Italia Stefano Maruzzi, il direttore di Wired Italia Riccardo Luna, il blogger e giornalista Luca Sofri,Paolo Ferri dell'Università di Milano e Nicholas Negroponte, l'informatico statunitense celebre per i suoi studi innovativi nel campo delle interfacce tra l'uomo e il computer.

Sui mondi digitali e le interazioni con la vita reale si confrontano Peter Ludlow e l'architetto e ingegnereCarlo Ratti, fondatore del Senseable City Laboratory al Massachusetts Institute of Technology. Sull'etica del cyberspazio intervengono gli studiosi americani Terry Bynum e James H. Moor, sulle missioni spaziali il ricercatore della Nasa David Wolpert e la scienziata astronomica Carolyn Porco, attualmente impegnata nella gestione della missione Cassini su Saturno. Molto interessante si prospetta la conferenza sulla "cattedrale di Turing e l'universo digitale", con lo storico della scienza George Dyson e John Brockman, fondatore della Edge Foundation e agente letterario di alcuni degli scienziati contemporanei più importanti, sulla gestione di un'ipotetica intelligenza artificiale che l'uomo potesse trovarsi a fronteggiare in un futuro più o meno remoto.

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