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21 ott 2009

Colt, il baby-ladro diventato mito


Stati Uniti Il bandito è l’incubo della polizia. I sociologi: «Ribelle come Jesse James»
Fan, siti e T-shirt per il 18enne che ruba auto e aerei. «A piedi scalzi»



WASHINGTON — «Fly, Colt, Fly», incitano le scritte sulle T-shirt. E Colt vola. Dalle isole davanti a Seattle al­l’Idaho. Colt è il soprannome di Col­ton Harris-Moore, nome lungo quan­to la sua fedina penale nonostante ab­bia solo 18 anni. Lo accusano di aver rubato aerei da turismo, barche e di aver svaligiato decine di case al confi­ne tra Usa e Canada. L’ultimo episo­dio lo ha visto coinvolto in una miste­riosa sparatoria in un’area impervia ad est di Seattle.

Il bandito-bambino, come lo chia­ma la stampa, è diventato l’incubo dei poliziotti. Ma soprattutto si è tra­sformato in un’icona. Lo paragonano a Jesse James, fuorilegge e ribelle su­dista, o al non meno spietato gang­ster Dillinger, il temuto pericolo pub­blico numero uno. Eppure Colt non ha mai ammazzato nessuno, anche se pochi giorni fa avrebbe sparato ad un agente. Quanti lo ammirano so­stengono che «è davvero in gamba». O, come dice orgogliosa la mamma nonostante i rapporti tempestosi, possiede «un alto quoziente di intelli­genza ». Che gli permette di far fesso lo sceriffo Brown che lo conosce — inteso come delinquente — da quan­do Colt aveva appena 12 anni.

Molti, affascinati dalle scorriban­de, si sono tramutati in fan. C’è un sito dedicato a Colton, esiste una pagina su Facebook con più di 6 mila «amici», han­no composto una ballata, vendono le magliette con la sua faccia, un produtto­re di Hollywood, nascosto dietro l’anoni­mato, pensa di girare un documentario. Ingredienti perfetti per farne un perso­naggio.

È così che la storia di un piccolo fur­fante è diventata «la leggenda di Colt». Una fama arrivata sino in Europa dove qualche matto ha chiesto come «può comprare» le T-shirt dedicate al fuggia­sco. A chi si interroga perché mai un ladro possa essere così popolare i sociologi replicano accostando­lo al «ribellismo» alla Jesse Ja­mes e al fascino per la sfida. Un ragazzo contro. Parago­ni che fanno infuriare gli investigatori: «Scemate, è uno che deve andare in galera».

Per mandarcelo, però, devono prenderlo. Colt si è rivelato un osso duro, nonostante gli interventi di elicotteri con rilevatori speciali e unità Swat. Lui ha studiato su Internet come pilo­tare gli aerei ed è riuscito a fregar­ne tre poi abbandonati in atterraggi di fortuna. Si nasconde nelle case di va­canze — vuote — e se si trova bene si ferma per qualche giorno, al punto da farsi spedire oggetti costosi che ordina via web. Tanto pagano gli altri. Entrato di notte in un ristorante, ne ha svaligia­to la cassaforte ed ha lasciato solo una banconota da un dollaro per irridere il proprietario. Nella sua cavalcata si è por­tato via una vettura di lusso all’interno della quale c’era una macchina digitale. Colt non ha resistito a farsi una foto che è finita nel suo dossier. Vicino ad uno dei Cessna trafugati, hanno scorto delle tracce di piedi scalzi. Un particolare che ha acceso ancora di più la fantasia: Colt è capace di andare in giro senza scarpe. Altro peana sui blog quando i segugi del­la polizia sono arrivati ad un accampa­mento in un bosco. L’ultimo bivacco di una persona che aveva una gran fretta di sparire. Il bandito-bambino è diventato «lo svaligiatore scalzo», capace di vivere nella foresta perché allenato «alle miglio­re tecniche di sopravvivenza».

Tutte esagerazioni, ribatte lo sceriffo Cumming, altro uomo della legge che ha un conto aperto con il latitante. «Questo non è un reality, ma un’inchiesta crimi­nale », insorgono i cittadini per bene con senso di fastidio. E sperano che la ma­dre lo convinca a consegnarsi. La donna è indecisa. Sostiene che le autorità esage­rano nell’accusare Colt di tutte quelle ra­pine, ci sono degli «opportunisti» che approfittano della situazione. Poi si è ri­volta al figlio con un timido appello. Ma dicono che ci abbia ripensato. E allora «Fly, Colt, Fly». Vedremo ancora per quanto.

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