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12 nov 2007

Google....quando la fortuna ti da una mano!


La storia di Bonnie Brown, massaggiatrice assunta agli inizi quando l'azienda aveva 40 impiegati
Lavorava part-time ma le sue stock option le sono valse diversi milioni di dollari
"Così ho massaggiato Google
e sono diventata miliardaria"

Bonnie Brown in una foto di Misha Erwitt per il New York Times
SAN FRANCISCO - Il salario era discreto, anche se non eccezionale, ma la gente era simpatica e ai 450 dollari settimanali si aggiungevano anche le stock option dell'azienda, che aveva appena aperto. Così la signora Bonnie Brown nel 1999 accettò il lavoro, diventando massaggiatrice part-time in una start-up californiana, per dare quotidiano sollievo a schiene e colli di ingegneri che passavano le loro giornate davanti al computer. Ma la start-up si chiamava Google, è diventata parte della storia e quelle stock option che all'epoca valevano talmente poco che Bonnie neppure le considerava, sono diventate la sua fortuna. Cinque anni dopo, Bonnie è andata in pensione - a 52 anni - con in tasca diversi milioni di dollari. I massaggi se li fa fare lei, nella sua villa sterminata in Nevada e ha un istruttore di Pilates personale, racconta il New York Times.

Storie di ordinaria Silicon Valley? Sì e no: gli anni del boom della net economy hanno reso ricchi da un giorno all'altro moltissimi di quei fortunati che si sono trovati a lavorare a Netscape o Yahoo! ma la crescita di Google rimane ineguagliata. Martedì scorso il titolo ha sfondato ogni record per arrivare a quota 747,24 dollari, per poi riscendere, assestandosi poi a 663,97 dollari per azione, venerdì sera. Quest'anno la crescita è stata del 44 per cento, pari a 203 dollari ad azione.

Certo, quelli erano gli inizi: gli impiegati erano 40 e l'avventura era appena partita. Oggi è più difficile per un nuovo assunto a Google (un "noogler", nel gergo della compagnia) avere accesso a migliaia di stock option per cifre irrisorie. Comunque, gli affari continuano ad andare alla grande anche se la filosofia dell'azienda è quella di non badare solo al riscontro economico - il motto informale è "Don't be evil", non siate malvagi. "Non è una cosa da Google controllare in continuazione il valore delle azioni", racconta un ingegnere al New York Times. Il massimo che si ammette al quartier generale è che sì, ci si concedono vacanze più costose e qualcuno cambia sempre più spesso la macchina.

Bonnie, comunque, è in buona compagnia: non c'è un calcolo preciso dei miliardari miracolati di Google, ma sono circa un migliaio quelli che hanno ricevuto stock option per oltre 5 milioni di dollari. Con il suo patrimonio, la ex massaggiatrice, fedele anche lei al motto aziendale, ha creato una fondazione senza scopo di lucro e ha viaggiato il mondo. E la sua storia è diventata un libro, non ancora uscito: "Giigle, ovvero come ho fatto fortuna massaggiando Google".

(12 novembre 2007)
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