Dinasty italiane L’ultimogenito del Cavaliere e gli eredi delle grandi famiglie: da Giovanni Moratti a Giulia Zoppas
«Niente tv, da grande farò il banchiere»
Luigi Berlusconi si racconta a «Style»: ho tanti amici di sinistra
MILANO — «La televisione? No grazie, per ora non è la mia strada. Meglio la finanza». Non ha ancora vent’anni ma ha le idee già chiare Luigi Berlusconi, il più giovane dei cinque figli del Cavaliere. Venti centimetri di altezza in più del celebre papà, fresco iscritto alla Bocconi (dove va accompagnato dalla scorta, «all’inizio c’era un po’ di curiosità, ma adesso è passata»), uno stage di un mese in una banca d’affari a Londra l’estate scorsa, che, dice, gli «ha aperto gli occhi» sul futuro: il piccolo di casa sta per spiccare il volo. Sulle orme di papà? Non proprio. «Il mondo della comunicazione è affascinante—spiega in un’intervista esclusiva a Style ("è la prima che faccio, sono emozionato, mi incepperò"), in edicola domani con il Corriere della Sera —. Mi piace sentire mio fratello parlare del suo lavoro: ci mette un tale entusiasmo». Lui però sceglie l’alta finanza («mi appassiona davvero») e ammette: «Quando penso al mio futuro lavorativo lo vedo sempre collegato all’impresa di famiglia: è una questione di responsabilità». Luigi Berlusconi come Giovanni Moratti, o come Giulia Zoppas, o Eleonora Stefanel. Segni particolari: belli, vent’anni o giù di lì e un cognome che parla da solo. Eccoli i «saranno famosi» del jet set di casa nostra, l’ultima generazione di figli di (illustri) papà, eredi under 30 delle grandi dinasty all’italiana. Si raccontano a Style e tutti (o quasi) giurano di non aver mai fatto ricorso al cognome di papà per sottrarsi a qualche spiacevole incidente (o magari per non fare la fila al ristorante). Anche se la tentazione c’è. Tutti girano il mondo tra master e stage ma, tra dieci anni, si vedono al lavoro, molti nell’azienda di famiglia. Privilegiati? Probabilmente sì. Anche se, a sentire loro, quello che di più importante gli ha insegnato la famiglia non ha a che fare con i soldi: «Il rispetto per gli altri, anche se hanno posizioni opposte alle tue» (Giovanni Moratti), «la curiosità » (Antonio Mazzotta), «una regola di vita: honesty is the best policy» (Michela Catricalà), «che un amore può durare anche tutta la vita» (Giulia Zoppas). E Berluschino? Lui accompagna i malati a Lourdes (è volontario nell’Ordine di Malta) e pensa a studiare, agli amici (anche comunisti? «Proprio di Rifondazione no, però tanti di sinistra»), alle sorelle («ci siamo tirati i capelli, è ovvio, ma siamo legatissimi») e alla fidanzata Francesca («il nostro rapporto dura da tre anni e mezzo, siamo molto sinceri l’uno con l’altra»). Ha conosciuto Tony Blair ma di lui l’ha colpito «soprattutto il suo senso religioso ». Intanto, però, a 19 anni ha già un posto nel consiglio di amministrazione della Mediolanum. Con i nipoti Gabriele e Silvio (5 e 3 anni, figli di Marina) e il piccolo Alessandro (un mese scarso, figlio di Barbara) sorride nel salotto della villa di Macherio. L’ultima generazione Berlusconi, pronta a conquistare un posto nel mondo. Nel nome di papà.
Giulia Ziino
corriere
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