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27 mag 2010

Tremonti: nessuna abolizione di province Bossi: se tagliano Bergamo è guerra civile

Il ministro dell'Economia: «Notizia falsa». Il Senatùr: «Il federalismo non è a rischio: l'abbiamo fatto scrivere»

Umberto Bossi
Umberto Bossi
ROMA 
- «È una notizia falsa. Nella manovra economica varata dal governo non ci sarà nessuna abolizione delle province». Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, rispondendo ad una domanda specifica dei parlamentari Pdl, riuniti alla Camera per ascoltare l'illustrazione della manovra da parte dello stesso Tremonti e del premier, Silvio Berlusconi. Secondo quanto riferiscono alcuni dei partecipanti alla riunione, Tremonti avrebbe bloccato sul nascere la domanda relativa all'abolizione delle province, smentendo che una norma del genere sia presente in manovra. Altre fonti spiegano che, semmai, questo è un auspicio, cioè arrivare ad abolire le province inutili secondo i parametri che sono circolati in questi giorni in alcune indiscrezioni di stampa. Sempre secondo quanto viene riferito, sulla questione sarebbe intervenuto anche il premier, spiegando che innanzitutto per abolire le province occorrerebbe una norma costituzionale. 

BOSSI - In precedenza, era stato Umberto Bossi a commentare la proposta di alcuni finiani di 'tagliare' tutte le province. Presenti i ministri Tremonti e Calderoli, il Senatùr aveva affermato che «andare oltre sarà difficile. Ci sono alcune province che non sono toccabili». Scherzando, il leader del Carroccio aveva aggiunto: «Se provi a tagliare la provincia di Bergamo, succede la guerra civile...».

TAGLI DURI - Commentando la manovra economica, Bossi aveva parlato di «tagli duri ma inevitabili». «Berlusconi fa sempre la cosa giusta, fa sempre bene. Questa è l'unica via per stare in piedi». Ma che sia una buona manovra, Bossi non ha dubbi e osserva come a dirlo sia stato anche l'Ocse: «Non muore nessuno» e i sacrifici «li chiede a tutti». Ma i provvedimenti mettono a rischio il federalismo? «No, non è a rischio - assicura Bossi - il federalismo non viene toccato. A scanso di equivoci, sapendo dei vizi taglierini di Tremonti, l'abbiamo fatto scrivere...».

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