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27 mag 2010
Crac Parmalat, 10 anni a Tanzi «E dovrà risarcire 100 milioni»
Confermata in appello la condanna di primo grado per aggiotaggio e ostacolo agli organismi di vigilanza
MILANO - Nessuno sconto per Calisto Tanzi: la Corte d'appello di Milano conferma la pena di 10 anni di reclusione per l'ex patron della Parmalat, condannato in primo grado per le accuse di aggiotaggio e ostacolo all'autorità di vigilanza. Inoltre, Tanzi dovrà risarcire - insieme ai manager Giovanni Bonici e Luciano Silingardi - circa 105 milioni di euro, cioè il 30% del danno, ai risparmiatori danneggiati che si sono costituiti parte civile. In primo grado, invece, i risparmiatori avevano ottenuto soltanto una condanna al risarcimento del danno a carico di Tanzi, ma da stabilirsi in un giudizio civile.
LE ALTRE CONDANNE - L'ex patron rispondeva insieme ad altri imputati di aggiotaggio, falso in revisione, ostacolo alla Consob in relazione al crac della Parmalat da 15 miliardi di euro nel dicembre 2003. Due le novità del verdetto d'appello rispetto al primo grado, oltre al risarcimento: la condanna a 3 anni del consigliere indipendente Luciano Silingardi e la condanna a 2 anni e 6 mesi dell'ex responsabile di Parmalat Venezuela, Giovanni Bonici (Bonici e Silingardi erano stati assolti in primo grado). Confermata l'assoluzione dei tre ex funzionari di Bank of America.
RICORSO - Il legale di Tanzi, l'avvocato Giampiero Biancolella, annuncia il ricorso in Cassazione. «La diversificazione e la frammentazione dei processi tra Milano e Parma - dichiara - hanno impedito la ricostruzione dei fatti e l'accertamento pieno della verità». Poche parole, invece, per Tanzi: «Sono sconcertato, mi aspettavo una riduzione della pena».
IL PROCESSO - I giudici della prima sezione penale del tribunale di Milano e il loro presidente, Luisa Ponti, avevano condannato in primo grado il 18 dicembre del 2008 Tanzi a 10 anni di reclusione con l'accusa di aggiotaggio e ostacolo all'autorità di vigilanza. Era stato l'unico imputato nel crac Parmalat ad essere condannato. Ora i giudici della Corte d'Appello non solo hanno confermato la sentenza di primo grado per Tanzi, ma hanno anche ribaltato il verdetto per Giovanni Bonici, ex responsabile di Parmalat Venezuela, e per Luciano Siningardi, ex consigliere indipendente di Parmalat, condannati rispettivamente a 2 anni e 6 mesi e a 3 anni. Nel 2008 assieme a Bonici e Siningardi furono assolti per non aver commesso il fatto anche Antonio Luzi, Luis Moncada e Luca Sala, funzionari di Bank of America, e Paolo Sciumè ed Enrico Barachini, ex consiglieri indipendenti di Parmalat. Altri imputati chiesero e si videro accogliere i patteggiamenti, tranne due: Lorenzo Tenca e Maurizio Bianchi, ex revisori di Grant & Torton. Il giudice motivò il rifiuto definendo «incongrua» la pena. Tanzi era stato ritenuto quindi unico responsabile del crac. Una sentenza che aveva scontentato i pm Eugenio Fusco, Carlo Nocerino e Francesco Greco e che fu da questi definita «amara». L'accusa aveva infatti ottenuto la condanna di Tanzi, ma aveva assistito all'esultanza in aula degli avvocati dei sette assolti per i quali avevano chiesto pene dai tre anni e mezzo ai sei anni. Il processo di secondo grado davanti ai giudici della Corte d'Appello presieduti da Clotilde Maria Calia è iniziato invece il 26 gennaio. Otto gli imputati. Le accuse contestate a vario titolo sono di aggiotaggio, falso in revisione e ostacolo alla Consob. Il 10 febbraio la Procura Generale aveva chiesto la condanna di Callisto Tanzi a undici anni e un mese di reclusione, un anno e un mese in più di quanto aveva stabilito la sentenza di primo grado. Il sostituto procuratore generale Elena Maria Visconti, nella sua requisitoria, aveva definito Tanzi il «maggior beneficiario» degli aggiotaggi compiuti e il «principale protagonista» del crac. Inoltre, l'accusa aveva chiesto la condanna a pene comprese tra i tre i cinque anni di reclusione per gli altri sei imputati tra i quali tre ex funzionari di Bank of America, che erano stati assolti in primo grado.
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