
La ricchezza, con la globalizzazione e soprattutto dopo la grande crisi del 2008, si è concentrata sempre di più in poche mani: l’1% della popolazione detiene oltre il doppio di quanto posseduto da 7 miliardi di persone. E alla metà più povera del mondo resta meno dell’1%. Eppure i miliardari top sono oggi meno… super-ricchi dei loro “colleghi” del ventesimo secolo. Basti pensare che negli Stati Uniti, dove il 60% dei patrimoni privati fa capo al 3% degli americani, il Paperone per eccellenza della old economy, il più conosciuto, ricordato e citato, John D. Rockfeller, possedeva un tesoro quasi triplo rispetto a quello dell’attuale numero uno della new economy, Jeff Bezos. Certo, il fondatore di Amazon ha ancora tempo per conquistare il primato plurisecolare, ma non è scontato che ce la faccia.

Il confronto fra ricchi nei due secoli è stato realizzato dal sito americano di informazione ed educazione economica LearnBonds, attualizzando i patrimoni con l’applicazione di un’inflazione che fra il 1913 e 2020 è stata calcolata pari al 2.209,47% nella versione aggiustata sulla base di precedenti stime e al 2.484,4% in termini accumulati. Ebbene, i 5 più ricchi del ventesimo secolo risultano aver cumulato in totale 1.620 miliardi di dollari, tre volte le ricchezze totali dei 5 miliardari top di oggi, pari a 514 miliardi.
Da Carnegie a Gheddafi
Così Andrew Carnegie, industriale scozzese-americano, è stato il più ricco nei due secoli con un patrimonio valutato nel 1913 di 16,2 miliardi di dollari che, ai valori di oggi, è stimabile pari a 419,8 miliardi di dollari, accumulato con la vendita della Carnegie steel company a Jp Morgan nel 1901. Patrimonio che per la maggior parte è stato distribuito in carità e opere filantropiche. Al secondo posto ritroviamo appunto il petroliere capitalista fondatore della Standard Oil company John Davison Rockfeller che, con una ricchezza di 14,9 miliardi, oggi pari a 384,8 miliardi di dollari, è considerato il più ricco americano mai vissuto. Anch’egli è stato un filantropo destinando a beneficenza gran parte del patrimonio. Mentre al terzo c’è un ricco “speciale”: Nikolaj Alexandrovich Romanov, l’ultimo zar della Russia, morto nel 1918. La sua ricchezza era stimata in 13,1 miliardi, che attualmente sarebbero pari a 338,5 miliardi. Al quarto posto c’è poi Osman Ali Khan, esponente della famiglia che regnava nello stato di Hyderabad. Nel corso del suo regno ha accumulato oro e gioielli e nel 1937 il settimanale «Time» lo ha indicato come l’uomo più ricco del mondo. La sua fortuna stimata in 10 miliardi di dollari sarebbe pari oggi a 259,5 miliardi. E anche al quinto posto c’è un miliardario “speciale”: Muammar Gheddafi, il leader libico dal 1969 al 20 ottobre 2011, giorno della sua morte. La stima del suo patrimonio netto in 200 miliardi di dollari, attualizzati in 225, è più che altro frutto dei sequestri eseguiti in Italia (quote in Unicredit, Finmeccanica, Juventus, Eni, Fiat, cash, terreni, appartamenti) e in diversi altri Paesi.
Due secoli a confronto
E venendo ora al confronto fra i due secoli, Carnegie ha posseduto un tesoro pari a oltre 3,3 volte quello di Bezos; John D. Rockfeller a 3,5 volte quello del secondo più ricco attuale, Bill Gates di Microsoft; l’ultimo zar è stato 3,3 volte più ricco del terzo, Bernard Arnault, che controlla il polo del lusso francese Lvmh; il sovrano dello stato indiano 2,8 volte più di Warren Buffett e Gheddafi ha accumulato “segretamente” un patrimonio pari a quasi tre volte quello del fondatore di Zara Amancio Ortega.
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