3 mag 2019
Barclays respinge l’assalto di Bramson, ma cade sull’ecologia
Il colosso bancario inglese Barclays evita la mina Edward Bramson, ma solo per ritrovarsi nel mirino, ancor più pericoloso, degli ambientalisti, e prendersi uno schiaffo sulla paghe stratosferiche dei suoi banchieri. C'era molta attesa stamane per l'assemblea di Barclays che si preannunciava infuocata, viste le schermaglie della vigilia con la battaglia preannunciata dall'attivista Bramson: i fuochi d'artificio ci sono in effetti stati, ma non sono stati sparati da Bramson come molti pensavano. Il raider, che in Inghilterra si è costruito la fama di assaltatore di aziende a suo dire mal gestite, ha rastrellato il 5,5% diventando in poco tempo il terzo azionista della banca britannica travolta prima dalla crisi di Lehman Brothers e ora dalle incertezze di Brexit. Ma paradossalmente il pericolo più temuto, l'assalto della Sherborne, la holding con cui Bramson lancia i suoi affondi, non si è materializzato: la banca ha sconfitto il finanziere ribelle che voleva entrare nela stanza dei bottoni.
Mentre si è materializzato l’inaspettato: le feroci critiche degli ambientalisti, che con il movimento “Exctinction, Rebellion” già stanno tenendo sotto scacco il centro di Londra (da giorni Oxford Street, la via dello shopping, è occupata). E il poco edificante record di banca peggiore d'Europa sul fronte ecologista.
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