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20 mar 2019

Un semplice calcolo spiega perché Amazon non alzerà mai i prezzi e non farà utili

“Sarà Amazon a rivoluzionare il mercato del turismo”. Mirko Lalli, fondatore e ceo di Travel Appeal, start up partecipata da H-Farm, non ha dubbi: “A dirlo sono i numeri e le tendenze del mercato” spiega al termine del suo intervento alla Digital Week di Milano durante il quale ha raccontato come “l’Artificial Intelligence sta cambiando il mondo del travel”. L’impatto sul settore sarà devastante, ma d’altra parte si tratta di un mercato che solo in Europa, a livello di prenotazioni, vale 300 miliardi di euro: saranno oltre 320 entro il 2022. La quota online vale il 49%, ma la fetta più grande se la spartiscono Booking ed Expedia: nel 2013 controllavano il 48% del mercato digitale, alle fine del 2017 sono salite al 69%.
 “E’ Amazon che può davvero spaccare il mercato. Entro il 2020, la ricerca vocale – prosegue Lalli – raggiungerà quella per parole chiave. Guarderemo di meno lo smartphone e parleremo di più con il nostro assistente vocale. E se Google non ha intenzione di giocare la partita, il campo per Amazon si allarga incredibilmente. Alexa può diventare un vero agente di viaggio virtuale. E, peraltro, potrebbe essere un vantaggio anche gli operatori del settore”. Booking ed Expedia, infatti, chiedono commissioni salate per ogni prenotazione effettuata attraverso i loro portali: i costi oscillano intorno al 15% della tariffa, ma possono salire anche oltre il 20%. Amazon, invece, potrebbe scommettere sui volumi esattamente come fa con l’ecommerce riducendo al minimo la marginalità.
E’ Amazon che può davvero spaccare il mercato. Entro il 2020, la ricerca vocale – prosegue Lalli – raggiungerà quella per parole chiave. Guarderemo di meno lo smartphone e parleremo di più con il nostro assistente vocale. E se Google non ha intenzione di giocare la partita, il campo per Amazon si allarga incredibilmente. Alexa può diventare un vero agente di viaggio virtuale. E, peraltro, potrebbe essere un vantaggio anche gli operatori del settore”. Booking ed Expedia, infatti, chiedono commissioni salate per ogni prenotazione effettuata attraverso i loro portali: i costi oscillano intorno al 15% della tariffa, ma possono salire anche oltre il 20%. Amazon, invece, potrebbe scommettere sui volumi esattamente come fa con l’ecommerce riducendo al minimo la marginalità.
L’immaginazione – e l’imprenditorialità – di Jeff Bezos non sembra aver limiti per questo Lalli non esclude che Amazon possa offrire alle strutture clienti accordi commerciali più complessi: “Non vedo perché nel pacchetto con cui si vendono le stanze non possano rientrare le forniture di beni classici per un albergo, dalla carta alla frutta e verdura”.

D’altra parte con l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, Amazon sembra un passo avanti a tutti, così come nella gestione ed elaborazione dei dati degli utenti. “Il volume dei dati è in continua crescita – dice ancora Lalli -. L’utente medio, prima di prenotare una stanza consulta oltre 140 diverse fonti. E successivamente lascia i suoi feeback. Noi, con TravelAppeal, offriamo alle strutture alberghiere la possibilità capire cosa funziona e cosa no se secondo i  loro clienti. L’analisi dei dati è fondamentale per dare risposte efficaci e per superare le logica classica dell’azienda famigliare per diventare più professionali. Noi possiamo aiutare anche le strutture più piccole. Perché l’Italia può vivere di turismo, ma spesso mancano le competenze per farlo”.

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