Se gli chiedi una definizione di "maggiordomo", te ne danno tre:
assistente personale, manager della casa, lusso. Assistente perché
sorveglia, manager perché gestisce, lusso perché «ci ridà quello che
abbiamo perso: il tempo». Formawork, l'ente per la formazione della
Regione Lombardia, ha dato il via alla selezione di 12 aspiranti
maggiordomi per un corso aperto (soprattutto) a giovani e meno giovani
in stato di disoccupazione: per chi è senza lavoro, le spese del corso
sono ridotte a zero dalla Dote Unica per il lavoro della Regione
Lombardia. I candidati, scremati con la consulenza tecnica
dell'Associazione Italiana Maggiordomi, saranno formati e indirizzati
alla professione con un modulo di 100 ore.
L'esperimento, in sé, non è il primo nei cinque anni di attività
dell'Aim: l'associazione ha già avviato corsi di formazione, con
un'offerta didattica a metà via tra background teorico (galateo in
primis) e tecniche che si acquisiscono nella sola pratica: dall'«arte
dell'acquisto» all'organizzazione di eventi, dalla cura dell'armadio
alla gestione della casa. La partnership con Formawork, spiega al Sole
24 Ore il presidente Aim Erica dal Bosco, ha «aperto al pubblico un
corso che era sempre rimasto nel privato. La Regione ha messo a
disposizione dei candidati un massimo di 12 doti: quindi, se ci
fossero 12 aspiranti maggiordomi che rispondono ai criteri di
disoccupazione, il corso sarebbe gratis per tutti!». Non che a prezzo
pieno, comunque, le "palestre" fossero andate a vuoto: più di 150
curricula per edizioni da 10-12 ammissioni. A testimonianza, dice dal
Bosco, che «la gente ha voglia di rimettersi in gioco. Anche i primi
curricula che riceviamo oggi sono interessanti: diplomati, laureati,
gente non più giovane...». Ma che cosa significa lavorare come
maggiordomo nel 2014? «Fare il maggiordomo è essere un assistente
personale, in ambito lavorativo, in una casa, in un albergo. Alberghi
di livello come Seven Star Galleria offrono un personal butler, un
maggiordomo personale» evidenzia dal Bosco. In parte, la
responsabilità di una villa o di un'imbarcazione di lusso equivale al
«lavoro di un manager, dall'house-keeping alla gestione di uno staff».
In parte, anche nelle sue mansioni più domestiche, il maggiordomo è il
«lusso» che fa la differenza sulle tabelle di marce di vita e lavoro:
«Il vero lusso di oggi è il tempo che ci dedichiamo – spiega dal Bosco
- Quando abbiamo un assistente personale abbiamo tempo da dedicare
alla famiglia». I consigli: conoscenza di almeno due lingue
(«l'inglese è il minimo»), buona cultura generale, nervi saldi e una
«dose di pazienza» che si trasforma in adattabilità tra ritmi e
imprevisti della giornata.
A proposito di manager: quanto guadagna un maggiordomo? E che
prospettive si aprono per chi intasca un diploma come quello timbrato
dal tandem Formawork-Associazione? «Lo stipendio medio, in molti casi,
è pari a quello di un manager: per un responsabile di una suite si va
dai 1.500 euro in su, come stipendio base». Il resto, va da sé, è in
crescita: «Ci sono alcuni maggiordonomi che si occupano di banche e
imprenditori famosi che guadagnano quanto un dirigente». L'approdo
naturale è, o meglio, sarebbe in Italia. Perché gli ultimi corsi hanno
attirato clientela da Svizzera, Stati Uniti, Regno Unito... Il
maggiordomo che si forma in Italia può essere anche ambasciatore
dell'italianità nel mondo? «Assolutamente sì. Cercano l'italianità
perché, malgrado tutto, la "dolce vita" continua a piacere e a
simboleggiare un certo modo di vivere, di essere». E l'età?
«Consigliamo dai 20 ai 60 anni, ma sono limiti che possono cambiare
con il carattere, con il modo di essere. Ai più giovani diciamo sempre
di rimboccarsi le maniche, e non pensare di avere tutto pronto.
Perché, come nel caso di un qualsiasi lavoro, non si diventa manager
dal nulla...».
Nessun commento:
Posta un commento