nazionale o il Piano)[1] era una parte essenziale del
programmapiduista e consisteva in un assorbimento degli apparati
democratici della società italiana dentro le spire di un autoritarismo
legale che avrebbe avuto al suo centro l'informazione. La sua
materiale redazione da parte di Francesco Cosentino[2] è stata la
ragione per cui si è voluto definire quest'ultimo come la mente
istituzionale della compagnia P2[3].
Principali punti:
- La nascita di due partiti: "l'uno, sulla sinistra (a cavallo fra PSI-PSDI-PRI-Liberali di sinistra e DC di sinistra), e l'altra sulla destra (a cavallo fra DC conservatori, liberali e democratici della Destra Nazionale)." Allo scopo di semplificare il panorama politico.
- Controllo dei media. Il piano prevedeva il controllo di quotidiani (quindi l'eliminazione della libertà di stampa e di pensiero) e la liberalizzazione delle emittenti televisive (all'epoca permesse solo a livello regionale) allo scopo di controllarle, e in questo modo influenzare l'opinione pubblica; nonché l'abolizione del monopolio della RAI e la sua privatizzazione. L'abolizione del monopolio RAI era avvenuto prima della scoperta della loggia, con la sentenza della Corte Costituzionale del luglio 1974 che liberalizzava le trasmissioni televisive via cavo.
- Progetto Bicamerale del 1997 (Commissione parlamentare per le riforme costituzionali): "ripartizione di fatto, di competenze fra le due Camere (funzione politica alla CD e funzione economica al SR)".
- Riforma della magistratura: separazione delle carriere di P.M. e magistrato giudicante, responsabilità del CSM nei confronti del parlamento, da operare mediante leggi costituzionali (punto I, IV e V degli obiettivi a medio e lungo termine - vedi infra).
- Riduzione del numero dei parlamentari[5].
- Abolizione delle province[5].
- Abolizione della validità legale dei titoli di studio[5].
Licio Gelli sostiene che la coincidenza di talune parti del "Piano" con i programmi dei partiti attuali non sarebbe casuale[6]. In un'intervista dell'ottobre 2008 ha successivamente affermato che, sebbene tutte le forze politiche abbiano preso spunto dal Piano (tanto da indurlo a reclamare ironicamente i diritti d'autore), Silvio Berlusconi è l'unico che può attuarlo[7]. Dello stesso avviso Mario Guarino, Sergio Flamigni[8] e Umberto Bossi[9].
Leggendo i punti, non vedete qualche collegamento con il programma di
Berlusconi prima e Renzi poi...?
considerando poi che Berlusconi fu iscritto alla P2 e finanzio il
primo tentativo di applicazione dello schema R, tutto sembra tornare!
Fate voi, leggete e giudicate!
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