Il fondatore di Ikea ritorna a casa, proprio là dove è nato il suo
nome: I e K come Ingvar Kamprad, E e A come Elmtaryd e Agunnaryd, la
fattoria e il villaggio della sua infanzia. Kamprad aveva lasciato la
Svezia nel 1973, con l'intenzione di proteggere la propria compagnia
dal fisco nazionale. Ora, a 87 anni, ha spiegato che dopo la morte
della moglie, Margaretha, non ci sono più ragioni sufficienti per
restare in Svizzera. «Tornare in Svezia mi avvicinerà di più alla mia
famiglia e ai vecchi amici», ha detto l'uomo più ricco d'Europa - e il
quarto al mondo, una fortuna per Forbes di 51,7 miliardi di dollari -
spiegando che prima della fine dell'anno si stabilirà vicino ad
Älmhult, nella Svezia meridionale, là dove 70 anni fa nacquero Ikea e
i suoi mobili componibili a buon prezzo, entrati nelle case di tutto
il mondo.
Un altro passo indietro, dopo l'annuncio di poche settimane fa:
l'uscita di Kamprad dal board di Inter Ikea Group, la compagnia
proprietaria del brand Ikea e "guida" delle strategie del gruppo, a
favore del più giovane dei tre figli, Mathias, subentrato come
presidente. Un passaggio di consegne graduale alla nuova generazione,
con la famiglia sempre in controllo dell'impero e sempre con Kamprad,
si dice, con le redini strette in mano, anche se sempre più da dietro
le quinte.
«Pagherà le tasse sui propri guadagni come tutti gli altri svedesi»,
dice ora Per Heggenes, portavoce del gruppo, aggiungendo che allora,
negli anni 70, in Svezia «il regime fiscale era molto severo».
Spingendo Kamprad a spostare altrove una fortuna nata nel capanno del
suo giardino, trasformato in negozietto di orologi, penne, cornici e
cartoncini natalizi. Prima ancora, a soli 5 anni, Ingvar girava nel
vicinato a vendere bustine di fiammiferi: aveva scoperto che
comprandole in blocco a Stoccolma, riusciva a guadagnarci rivendendole
singolarmente anche a poco prezzo. Nel 1948 entrarono in scena i
mobili, prodotti nelle foreste intorno a casa. Fino ad arrivare ai 338
punti vendita Ikea di oggi, in 41 Paesi (soprattutto Europa e Stati
Uniti) e con 154mila dipendenti. Ora, per i tre figli di Ingvar, la
sfida è entrare in India e rafforzarsi in Cina e nel resto dell'Asia.
E affermarsi nel mondo della vendita online.
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