Turisti in fuga dalla Grecia, le prenotazioni calano di un terzo. Paura di scioperi e disordini, ma la vacanza è low cost
d Atene gli albergatori sono in fermento e scrutano con apprensione le liste dei nuovi arrivi. Le prenotazioni, a maggio, sono scese di un terzo rispetto a quelle dell'anno scorso: conseguentementemente i prezzi calano con offerte speciali ma centomila posti di lavoro stagionali sono a rischio in una situazione occupazionale già esplosiva con la disoccupazione al 21,7%.
La crisi economica che ha colpito la Grecia negli ultimi mesi sta mettendo a rischio anche gli introiti provenienti dal turismo nella stagione estiva che pesa per il 20% sul Pil. Secondo i dati diffusi dall'Associazione delle imprese turistiche greche (SETE), quest'anno le prenotazioni sono scese del 15% rispetto all'anno scorso, mentre, a maggio sarebbero scese di un terzo rispetto allo stesso periodo del 2011.
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La causa di questa crisi della richiesta verso un paese come la Grecia, da sempre nella classifica dei top 20 più visitati al mondo, è da collegare ai timori, da parte dei turisti e delle agenzie di viaggio, che gli scioperi dei traghetti, le tensioni sociali e le proteste di piazza di questi ultimi mesi e in vista del voto politico del 17 giugno e l'incertezza politica di Atene possano far esplodere di nuovo le violenze incendiarie degli anarchici e gli scontri di piazza con la polizia in Grecia. Inoltre ci sarebbe un calo di presenze anche da parte dei turisti tedeschi il cui Governo è sempre più in attrito con la Grecia, ricambiati da un senso di insofferenza dei greci. In particolare la tensioene tra i due paesi è salita da quando la rivista Focus ha pubblicato un articolo che indicava i «greci come i truffatori d'Europa» e una copertina della Venere di Milo in atteggiamento di sfida.
Comunque per cercare di risollevare la tendenza di un calo di presenza, gli operatori turistici greci hanno abbassato i prezzi rispetto a quelli, già ribassati, dell'anno scorso. Secondo il SETE i prezzi degli hotel e dei tour operator sono scesi in media del 15 per cento rispetto a quelli dell'anno scorso, già inferiori di circa il 10 per cento rispetto al 2010. Una stagione turistica fallimentare sarebbe un brutto colpo per la Grecia, che basa un quinto delle sue attività economiche sul turismo. Il settore dà lavoro a circa un quinto degli occupati, concentrati nella capitale, nei siti archeologici della Grecia continentale e nelle centinaia di isole nel mar Mediterraneo. Quest'anno ci sono stati anche numerosi pellegrinaggi provenienti dall'Italia sui luoghi visitati da San Paolo in Grecia. Lo scorso anno la Grecia ha avuto 16,4 milioni di turisti ma quest'anno rischia di perderne 1,5 milioni se il calo delle prenotazioni dovesse continuare.
Se la crisi delle prenotazioni continuerà con questo ritmo, vorrebbe dire che quest'estate potrebbero esserci circa 1 milione e mezzo di turisti in meno e, di conseguenza, circa 100 mila posti di lavoro stagionali a rischio. Un fatto che farebbe partire un pericolosa spirale: oltre alla perdita di posti di lavoro, una stagione turistica del genere porterebbe a molte meno entrate per il fisco provenienti dal settore. L'economia greca rischia il collasso già il mese prossimo, con conseguente mancato pagamento di stipendi e pensioni, se dalle elezioni del 17 giugno non uscirà un governo stabile. E' questo il monito contenuto in un documento dell'ex premier Lucas Papademos pubblicato ieri dal quotidiano greco To Vima.
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