Il creatore del social network al roadshow prima dell'esordio
al Nasdaq. Warren Buffett: «Un business difficile da valutare»
Dal nostro inviato MASSIMO GAGGI
NEW YORK – Folla da passerella hollywoodiana davanti allo Sheraton della Settima Avenue per l'inizio del «roadshow» col quale Facebook ha iniziato, lunedì a New York, l'operazione-Borsa. Le azioni della grande rete sociale (oltre 900 milioni di utenti nel mondo, più di 20 milioni in Italia) verranno quotate a partire dal 18 maggio al Nasdaq, il mercato azionario delle società tecnologiche. I titoli saranno offerti nell'offerta pubblica d'acquisto a un prezzo variabile tra i 28 e i 35 dollari.
PARLA MR. FACEBOOK - Ressa di telecamere e curiosi davanti allo Sheraton. Poliziotti sulla strada, decine di guardie private dentro l'albergo. Entrare e uscire è un problema anche per i clienti. Un manager che scende da un taxi e fatica a trascinarsi il trolley davanti al muro di turisti armati di videofonini sbuffa: «Si sbrigassero a quotare questa Facebook che tra un po' la supera Linkedin». Pura furia malmostosa, ovviamente, anche se molti analisti sottolineano che la quotazione di una società che è sulla bocca di tutti come Facebook, ma con un «business model» tutt'altro che consolidato, presenta alcune incognite.
BUSINESS DIFFICILE DA VALUTARE - Comunque il 27enne Mark, che arriva col solito «hoodie» scuro, una felpa col cappuccio, sceglie di entrare da un ingresso secondario, stretto tra i tralicci di un cantiere. Gli analisti cominciano a «fare le pulci» ai documenti presentati da Facebook, mentre anche Warren Buffett, il leggendario investitore di Omaha, dice la sua. Spiega che non comprerà titoli della società di Zuckerberg perché, come nel caso di Google, gli risulta difficile stimare il valore di quello che viene venduto: «Sono agnostico. Non dico che valga poco, stanno facendo grandi cose. È un business straordinario, ma proprio per questo è difficile da valutare, capire dove sarà da qui a qualche anno. Non è la Coca Cola».
COME BILL GATES - Più generoso il fondatore di Microsoft, Bill Gates, che si sofferma sul personaggio Zuckerberg: «Ha fatto un lavoro stupefacente. Se mi ricorda il Bill Gates di trent'anni fa? In un certo senso sì. Le aziende sono molto diverse, ma lui, come me, è un secchione che lavora un'infinità di ore e che ragiona in modo molto razionale».
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