Tutte le strategie di Apple per pagare meno tasse
I vantaggi fiscali dell'«economia digitale» delle società tecnologiche che le altre aziende non possono utilizzare
TASSE BASSE - Apple, spiega il giornale newyorkese, ha creato una serie di sussidiarie in posti come Irlanda, Olanda, Lussemburgo, Isole Vergini britanniche che in realtà sono poco più di un indirizzo e una sede legale alla quale ricevere la posta. Ciò che accomuna queste località è la bassissima tassazione sulle aziende e una corporation come Apple - che secondo gli analisti stabilirà il record dei profitti più alti della storia per una società americana - non fa eccezione rispetto a quanto già fanno migliaia di grande aziende di tutto il mondo. Che sfruttano regole scritte per l'«era industriale» ma che male si adattano all'attuale «economia digitale». Specie se buona parte dei profitti di compagnie come Apple, Microsoft, Google, Amazon e Hewlett-Packard non derivano dalla vendita di beni fisici, ma da diritti sulle proprietà intellettuali, come i brevetti sui software o le canzoni da scaricare. Beni immateriali che possono essere venduti ovunque, anche negli Stati con basse tassazioni. A differenza di chi vende bene molto più «materiali», come le auto per esempio.
VANTAGGI - Tutto ciò dà un evidente vantaggio alle società tecnologiche. Negli ultimi due anni le 71 società tecnologiche che fanno parte dell'indice borsistico Standard & Poor's 500, hanno pagato tasse complessive (in tutto il mondo) pari a un terzo in meno rispetto alle altre società non tecnologiche dello stesso indice.
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