Lumache equipaggiate con nanocomponenti: nuove frontiere della sperimentazione per le guerre di domani
Dal nostro inviato FRANCESCO BATTISTINI
OCCHI E ORECCHIE SUL TERRENO - Lo studio d'israeliani e americani sui micro-cyborg dura da anni. E' finanziato soprattutto a scopi militari. E la nuova ricerca, pubblicata l'8 marzo sul Journal of the American Sciency, è il risultato del lungo lavoro condotto dai nanotecnologi di Bersabea coi chimici biomolecolari della Clarkson University di Potsdam, Stato di New York. Per tutto questo tempo, gli scienziati hanno pedinato («non che fosse complicato: vanno a 4 centimetri l'ora…»), spiato, monitorato le chiocciole. Le hanno osservate mentre mangiavano, si riposavano, si riproducevano, sempre con quegli elettrodi addosso. Per arrivare alla conclusione che, sì, si può: gli elettrodi, utilizzando il glucosio contenuto nell'emolinfa, ricavano dall'animale la quantità d'elettricità sufficiente a far funzionare, per lungo tempo e in modo indipendente, minuscole videocamere o sensori di telerilevamento. Per ora, l'accumulo d'energia è inferiore a quello d'una pila AAA, ma i ricercatori dicono che si può migliorare. E che un adeguato esercito di chiocciole-spia, sparpagliate in zone impervie o chiuse ai curiosi, un giorno potrà fornire informazioni (è il caso di dirlo) dal terreno. Roba da fantaletteratura, come «le orecchie della giungla» sparse dagli americani in Vietnam, immaginate da Pierre Boulle nel suo romanzo.
LA SPIA CHE SBAVAVA - Le lumache stanno tracciando una scia nuova: studi sulla «fauna ibrida» che coinvolgono altri animaletti, utilissimi allo scopo. C'è una sezione del Pentagono, il Darpa (Defense Advanced Research Projects Agency), che assieme all'esercito israeliano studia da tempo i modi migliori per risparmiare vite umane, in missioni d'intelligence troppo pericolose, sostituendole con insetti, molluschi, perfino con muffe vegetali. Lo scarabeo-spia, evoluzione degli ormai obsoleti piccioni con le microcamere utilizzati perfino dagli Hezbollah libanesi, è considerato un gioiello di rapidità, d'efficienza e di risparmio energetico: secondo una ricerca delle Università del Michigan e di Bersabea, può montare un generatore piezoelettrico che trasforma in energia la pressione del battito delle ali. In pratica, un micro-robot che con appositi impulsi può anche essere diretto dove si vuole. La gara a utilizzare il brevetto, pubblicato in novembre sull'American Journal of Micromechanics and Microengineering, è già aperta. Con un solo dubbio: e se il nemico usa l'insetticida?
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