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13 giu 2011

Tremonti: « La riforma fiscale? Ci penso da un anno. Ma chi paga?»

E a Maroni che chiede più coraggio: «Ho avuto l'imprudenza di usare il termine prudenza

Giulio Tremonti
Giulio Tremonti
MILANO - «Ho avuto l'imprudenza di usare il termine prudenza...». Giulio Tremonti non ci sta a passare per quello che zavorra il governo e al collega leghista degli Interni Roberto Maroni che sabato lo ha incalzato sulle riforme chiedendo più «coraggio che prudenza», il ministro dell'Economia torna a replicare, tra il filosofico e il divertito, che «a volte ci vuole più coraggio a parlare che a tacere». E anzi, parte a sorpresa in contropiede alla festa della Cisl di Levico Terme, lo stesso palco dal quale sabato Maroni lo ha attaccato «io la riforma fiscale la voglio fare».

«HO LE IDEE CHIARE» - «Alla riforma ci penso da un anno e ho le idee assolutamente chiare su cosa è giusto per il fisco, su quali aliquote applicare. Non è un problema di posizione personale», ha detto Tremonti. «La questione è dove trovare i meccanismi finanziari. Potrei dire datemi ottanta miliardi ma è una cifra forse eccessiva. Ma non si può andare al bar a dire "da bere per tutti". Chi paga? Voi. Io sono tentato di dire: vi faccio la riforma e voi mi trovate 80 miliardi»

LA PIU' AMPIA RICERCA DAL DOPOGUERRA - «Prima del 18 giugno rendiamo pubblici i lavori dei tavoli di studio>, ha poi annunciato Tremonti. «Non è mai stata fatta in Italia una ricerca di questo tipo su un mondo che in trent'anni è diventato un caos. Lì non troverete le ipotesi sulla riforma, che spettano alla politica, ma un lavoro straordinario fatto da più di cento persone per più di cinquecento pagine di dati e tabelle. È il lavoro più importante fatto sul fisco dal dopoguerra». «Quali sono i successivi appuntamenti? Se mi invitate il 18 giugno...» ha lasciando in sospeso il discorso riferendosi alla manifestazione per il fisco organizzata da Cisl e Uil. Sarò effettivamente in piazza ministro? Gli è stato chiesto. «Era solo un modo di dire, non sul palco», è stata la risposta.

IL CORAGGIO DI ESSERCI - Prendendo la parola alla festa della Cisl dove ventiquattrore prima Maroni chiedeva il «coraggio» del duplice varo della manovra e della riforma fiscale, Tremonti ha chiarito: «Non sono tormentato e dirò tutto quello che penso e che devo dire. Ho trovato il coraggio di venire qui, capirò dopo se ho fatto bene o male, dipende anche da voi».

LA RETTA NORMA - «Il termine prudenza, che ho avuto l'imprudenza di utilizzare - ha affermato Tremonti - era riferito al mondo: si vede che oggi non bisogna più usarlo, è passato di moda». Per il ministro, «la speculazione è causa di instabilità, o si dà una vera regolata alla finanza, cosa che non c'è stata, o si inventa un nuovo driver di crescita». 
«Ci manca un driver così - è la sua idea - manca al mondo occidentale e se manca al mondo occidentale manca al mondo».

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