Metti mi piace

28 apr 2011

Truffa dei Parioli, nuovo filone Perquisiti gli uffici di Alenia

Accertamenti su contratti di vendita per 14 caccia Eurofighter da guerra. Commercialista romano sotto accusa per i soldi finiti all'estero

ROMA - Acquisizione di centinaia di documenti nella sede romana dell'Alenia, società del gruppo Finmeccanica. La Guardia di finanza entra negli uffici dell'azienda specializzata in sistemi di difesa e dà una svolta all'indagine sulla truffa dei Parioli, che ha portato in carcere il broker Gianfranco Lande e i suoi soci. Al centro dei nuovi accertamenti l'acquisto di 14 aerei da caccia Eurofighter che, secondo quanto raccontato dallo stesso Lande, «mi hanno fatto incassare 84 milioni di euro che ho utilizzato per pagare i dividendi agli investitori». 

La targa della Egp, la finanziaria accusata di aver fatto sparire 170 milioni nei paradisi fiscali (Ansa)
La targa della Egp, la finanziaria accusata di aver fatto sparire 170 milioni nei paradisi fiscali (Ansa)
I finanzieri hanno portato via le carte relative ad alcuni contratti che potrebbero «occultare» traffici illeciti. Ecco quanto ha fatto mettere a verbale lo stesso Lande: «La Vector Aerospace è una società costituita nel 2005, nel quadro di un contatto con il dipartimento militare Eads della Germania. C'era stata una fornitura per 18 aerei caccia e altre apparecchiature belliche a favore del ministero della Difesa austriaco per un importo di circa 4 miliardi di euro. Il contratto prevedeva una penale di circa il 5 per cento degli importi oggetto delle transazioni, nel caso in cui Eads non avesse raggiunto un livello di compensazione industriale equivalente. La fornitura è poi stata ridotta a 14 aerei». Adesso si dovrà stabilire se effettivamente Lande abbia gestito questi contatti, con quali manager del colosso abbia trattato e soprattutto il percorso dei soldi visto che gli inquirenti non credono alla regolarità dell'operazione. 

Gianfranco Lande, il «Madoff dei Parioli» (Ansa)
Gianfranco Lande, il «Madoff dei Parioli» (Ansa)
Intanto si allarga l'inchiesta sul «Madoff dei Parioli» che avrebbe fatto sparire nei paradisi fiscali oltre 170 milioni di euro. L'ultimo indagato è un commercialista romano, Giuseppe Gambacorta: ieri gli investigatori del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza gli hanno perquisito studio e abitazione e hanno sequestrato documenti, memorie di personal computer, agende. Il pm Luca Tescaroli gli ha fatto notificare un ordine di comparizione per domani ma quasi certamente Gambacorta, che si trova all'estero, non si presenterà.
L'accusa è quella di attività finanziaria abusiva per un periodo che va dal 1998 al 2008: secondo il magistrato, è stato uno dei responsabili delle manovre che hanno consentito alla società controllata da Lande di trasferire il denaro raccolto da personaggi del mondo dello spettacolo, politici, ex calciatori e nobili dalle Bahamas al Regno Unito, dal Lussemburgo alla Svizzera, ad altri Paesi in cui operava la «Eim».

Sabina Guzzanti, una dei truffati di Lande (Ansa)
Sabina Guzzanti, una dei truffati di Lande (Ansa)
A coinvolgere Gambacorta sono stati l'ex amministratore della «Eim», Roberto Torregiani, e lo stesso Lande. Il primo avrebbe indicato Gambacorta come uno dei promotori della «Eim». Secondo Lande, invece, il broker gli avrebbe solo presentato alcuni clienti.
I difensori di Lande hanno intanto chiesto che il loro cliente venga messo a confronto con Gianluigi Brancadoro. È il commissario liquidatore di «Egp Italia» (società dichiarata fallita) e ha firmato due relazioni che riassumerebbero le responsabilità di coloro che hanno raccolto le somme da investire. Gli avvocati Susanna Carraro e Salvatore Sciullo vorrebbero che fosse chiarito il tenore delle notizie che si riferiscono al ritrovamento da parte di Brancadoro di somme di denaro depositate all'estero e che farebbero parte di quelle raccolte dal «Madoff dei Parioli».

Nessun commento: