Stop all'aumento di assessori e consiglieri
Il Pd: ennesima bocciatura di Alemanno
No del Quirinale alla norma inserita dal governo in un decreto
Il sindaco: la riproporremo in un altro provvedimento
ROMA - Stop all'aumento degli assessori e dei consiglieri di Roma. «Siamo alle solite. Dal Quirinale arriva l'ennesimo stop ufficiale al sindaco Alemanno e alla sua strampalata idea di farsi aumentare per decreto legge gli assessori in giunta solo per accontentare i suoi famelici alleati con nuove poltrone», ha dichiarato in una nota il segretario del Pd Roma, Marco Miccoli.
L'assemblea di Roma Capitale avrà dunque 48 consiglieri (e non più i 60 atuali come previsto da una norma della Finanziaria dello scorso anno varata per ridurre i costi della politica) e la Giunta del Campidoglio resterà a 12 assessori (che non aumenteranno più a 15 come chiesto dal sindaco). Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha infatti firmato il decreto legge che contiene fra l'altro il rifinanziamento del Fondo unico per lo spettacolo privo della parte sull'aumento del numero dei rappresentanti nelle città con oltre un milione di abitanti.
Tramonta così la possibilità dell'allargamento della Giunta che avrebbe permesso al sindaco di Roma Gianni Alemanno di riequilibrare le quote rosa da una parte e di accontentare alcune aree interne al Pdl romano, insoddisfatte dal recente rimpasto. «Sapevo già che sarebbe stato questo l'esito e ne prendo atto - ha detto Alemanno -. Ho chiesto, con il vicesindaco Cutrufo, un colloquio al presidente Napolitano per spiegare le nostre motivazioni: se ci sarà il consenso dell'assemblea capitolina riproporremo la norma in un veicolo legislativo più idoneo di un decreto legge». Si potrebbe scegliere di inserire la norma «nel secondo decreto legislativo di Roma Capitale oppure nel codice delle autonomie», ha detto il sindaco. D'altronde, ha concluso, «la scelta di fare il decreto legge a carattere d'urgenza era legata alle scadenze elettorali di Milano e Napoli».
Il primo tentativo di allargare Giunta e Consiglio di Roma Capitale era stato compiuto dal vicesindaco Mauro Cutrufo, che aveva provato a far passare la norma in un emendamento al decreto Milleproroghe, senza riuscirci. Nel "decretone" correttivo la norma era stata poi reinserita, fatto salvo, però, il parere del presidente della Repubblica, che aveva sempre mostrato di non gradire un decreto che contenesse così tanti temi differenti tra loro. Coerentemente con questo pensiero, ieri il provvedimento è stato firmato senza la parte sull'aumento di consiglieri ed assessori. E' comunque scontato che Alemanno, come annunciato dallo stesso sindaco, tenterà di far passre la norma in un altro provvedimento.
«Un atto giusto ed inequivocabile, quello della presidenza della Repubblica, visto che non esistevano assolutamente (per la città, non chiaramente per gli assatanati alleati di Alemanno) quei criteri per la decretazione d'urgenza finalizzati ad aumentare i posti nella giunta capitolina - ha detto ancora Miccoli -. Speriamo che ora, dopo l'ennesima ridicola bocciatura, Alemanno trovi il coraggio di affrontare il discorso sull'impalcatura e la struttura del Campidoglio in modo trasparente, abbandonando definitivamente furbizie e mezzucci che non vanno, come si è visto, mai da nessuna parte».
«Miccoli ne ha una al giorno. Francamente non fa testo», ha tagliato corto Alemanno.
L'assemblea di Roma Capitale avrà dunque 48 consiglieri (e non più i 60 atuali come previsto da una norma della Finanziaria dello scorso anno varata per ridurre i costi della politica) e la Giunta del Campidoglio resterà a 12 assessori (che non aumenteranno più a 15 come chiesto dal sindaco). Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha infatti firmato il decreto legge che contiene fra l'altro il rifinanziamento del Fondo unico per lo spettacolo privo della parte sull'aumento del numero dei rappresentanti nelle città con oltre un milione di abitanti.
Tramonta così la possibilità dell'allargamento della Giunta che avrebbe permesso al sindaco di Roma Gianni Alemanno di riequilibrare le quote rosa da una parte e di accontentare alcune aree interne al Pdl romano, insoddisfatte dal recente rimpasto. «Sapevo già che sarebbe stato questo l'esito e ne prendo atto - ha detto Alemanno -. Ho chiesto, con il vicesindaco Cutrufo, un colloquio al presidente Napolitano per spiegare le nostre motivazioni: se ci sarà il consenso dell'assemblea capitolina riproporremo la norma in un veicolo legislativo più idoneo di un decreto legge». Si potrebbe scegliere di inserire la norma «nel secondo decreto legislativo di Roma Capitale oppure nel codice delle autonomie», ha detto il sindaco. D'altronde, ha concluso, «la scelta di fare il decreto legge a carattere d'urgenza era legata alle scadenze elettorali di Milano e Napoli».
Il primo tentativo di allargare Giunta e Consiglio di Roma Capitale era stato compiuto dal vicesindaco Mauro Cutrufo, che aveva provato a far passare la norma in un emendamento al decreto Milleproroghe, senza riuscirci. Nel "decretone" correttivo la norma era stata poi reinserita, fatto salvo, però, il parere del presidente della Repubblica, che aveva sempre mostrato di non gradire un decreto che contenesse così tanti temi differenti tra loro. Coerentemente con questo pensiero, ieri il provvedimento è stato firmato senza la parte sull'aumento di consiglieri ed assessori. E' comunque scontato che Alemanno, come annunciato dallo stesso sindaco, tenterà di far passre la norma in un altro provvedimento.
«Un atto giusto ed inequivocabile, quello della presidenza della Repubblica, visto che non esistevano assolutamente (per la città, non chiaramente per gli assatanati alleati di Alemanno) quei criteri per la decretazione d'urgenza finalizzati ad aumentare i posti nella giunta capitolina - ha detto ancora Miccoli -. Speriamo che ora, dopo l'ennesima ridicola bocciatura, Alemanno trovi il coraggio di affrontare il discorso sull'impalcatura e la struttura del Campidoglio in modo trasparente, abbandonando definitivamente furbizie e mezzucci che non vanno, come si è visto, mai da nessuna parte».
«Miccoli ne ha una al giorno. Francamente non fa testo», ha tagliato corto Alemanno.
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