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1 apr 2011

Berlusconi: 100 rimpatri al giorno Appello a Tunisi: «È tsunami umano»

MARONI: PERMESSI DI SOGGIORNO TEMPORANEI COME STRUMENTO DI PRESSIONE SULL'UE

Il premier: «Supporto economico per il reinserimento dei migranti». Tendopoli pronte in 2 giorni, no delle Regioni

Silvio Berlusconi e il sindaco di Lampedusa Bernardino De Rubeis
Silvio Berlusconi e il sindaco di Lampedusa Bernardino De Rubeis
MILANO - L'Italia punta ad ottenere il rimpatrio di cento tunisini al giorno. È questo l'obiettivo del governo, impegnato a fronteggiare l'emergenza sbarchi. A Palazzo Chigi si è tenuta la prima riunione della cabina di regia su Lampedusa. Al termine della quale, Silvio Berlusconi non ha fatto mistero della sua preoccupazione: i flussi migratori stanno assumendo, secondo il capo del governo, le dimensioni di uno «tsunami umano». Per questo i rimpatri sono la «prima soluzione», mentre le tendopoli «saranno provvisorie».

LE RESISTENZE DELLE REGIONI - La proposta alla Tunisia sui rimpatri prevedrebbe un supporto economico dell'Italia per il reinserimento dei migranti nel proprio Paese con costi definiti «sostenibili» e una offerta di cento milioni di euro di aiuti per bloccare gli arrivi. L'esecutivo ha individuato poi un sito per accogliere migranti in ogni Regione. All'amministrazione dell'ente locale resterebbe la possibilità di indicarne uno alternativo dove allestire le tendopoli. Per i centri di accoglienza dei nordafricani, sia profughi che clandestini, saranno pronte in 48 ore settemila tende. Ma la precisazione di Berlusconi, che parla di «soluzione transitoria», non tranquillizza le Regioni. Anzi, proprio a causa delle resistenze dei governatori, la riunione a Palazzo Chigi si è conclusa quasi con un nulla di fatto. «Sulla questione delle tendopoli non c'è l'accordo delle Regioni e degli enti locali» ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, sottolineando che le «tendopoli non sono gestibili» e ricordando che l'accordo siglato con il governo «aveva come oggetto, sulla base di una richiesta del governo, solo i profughi». Lasciando Palazzo Chigi, l'assesore siciliano Gaetano Armao ha spiegato anche che i governatori hanno presentato una controproposta al governo, respingendo il "modello tendopoli" e chiedendo invece una «accoglienza morbida» dei migranti, distribuiti sul territorio, e non attraverso le tendopoli che porrebbero problemi legati alla stagione calda imminente e alla gestione della sicurezza.

«NESSUNO DI NOI VUOLE LE TENDOPOLI» - In aperta polemica con il ministro Roberto Maroni, che ha accusato di «evidente malafede», il sindaco di Torino Sergio Chiamparino ha ritirato la sua disponibilità a mettere a disposizione il sito Arena rock per l'emergenza immigrazione, dove decine di tende però sono state già montate. «Nessuno di noi vuole le tendopoli» ha detto la governatrice del Lazio, Renata Polverini. Le fa eco il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, secondo il quale il «modello Manduria» è sbagliato. «È necessario evitare la concentrazione degli immigrati in pochi luoghi come ad esempio nelle tendopoli che rischiano di diventare luoghi ingestibili e di paura sul territorio» ha spiegato Vendola. In ogni caso toccherà aspettare l'esito della visita a Tunisi del premier, in programma lunedì. «Berlusconi si è riservato di darci risposte martedì della prossima settimana» ha detto Errani.

PERMESSI DI SOGGIORNO TEMPORANEI - Su un accordo con la Tunisia, il Cavaliere è comunque ottimista. «È nell'interesse di Tunisi - ha detto Berlusconi - fermare le giovani generazioni a lavorare nel loro territorio e saranno allettati dal Piano Marshall che abbiamo in mente e che prevede un intervento massiccio dell'Europa non solo per la Tunisia ma per tutti i paesi dell'area». «Lunedì si tratterà di convincere, e se serve costringere, la Tunisia a tener fede agli impegni presi» ha aggiunto Maroni. Il titolare del Viminale ha anche annunciato che allo studio c'è la concessione di permessi di soggiorno temporanei ai migranti che vogliono ricongiungersi con familiari in altri Paesi. «Se volete - ha spiegato Maroni rivolgendosi direttamente ai cronisti presenti a Palazzo Chigi - è anche uno strumento di pressione per fare capire all'Europa che, di fronte al diniego di collaborazione, noi intendiamo attuare i principi di solidarietà europea e chi vuole andare in Francia non può essere costretto a rimanere».

EGOISMI IN UE - Sul ruolo dell'Ue è tornato anche il premier, denunciando «un egoismo generalizzato molto negativo» da parte dei capi di Stato europei in relazione proprio all'emergenza migranti. Il problema, è in sostanza la posizione del Cavaliere, non può gravare solo sul nostro Paese. «Insistiamo sull'intervento dell'Ue» ha ripetuto Berlusconi.

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