Metti mi piace

20 mar 2011

Ruby, no dei giudici alla difesa il processo al premier non slitta

I legali di Berlusconi avevano chiesto di acquisire i nuovi atti della procura ruby difesa. E la Minetti disse: "Se mi arrabbio io, guai per tutti"


MILANO - Il processo a Silvio Berlusconi si farà senza rinvii e comincerà, come previsto, il 6 aprile. È la prima sconfitta per gli avvocati di Silvio Berlusconi.Hanno chiesto un posticipo, con la motivazione delle "troppe pagine in poco tempo". E questo perché, due settimane fa, era stato consegnato loro un supplemento d'inchiesta. La procura ha replicato a brutto muso: primo, "l'invito a comparire per il premier è stato consegnato il 14 gennaio" e per la richiesta d'immediato al gip Cristina Di Censo non s'era atteso troppo. Secondo, gli ultimi accertamenti "riguardano il conto corrente personale" di Silvio Berlusconi, qualcosa che l'imputato dovrebbe conoscere bene. È quello da cui, come ha rivelato Repubblica, sono stati prelevati con assegni, e solo nel 2010, ben 12 milioni e 882mila euro, tutti trasformati in contanti. E con un incremento notevole a dicembre. 

Soppesate le varie ragioni, il collegio presieduto da Giulia Turri, e con Carmen D'Elia e Orsola De Cristofaro, dà dunque ragione alla procura. Peraltro, la prima udienza è tecnica: ser
ve solo a precisare il calendario, ma è chiaro che la battaglia procedurale è serrata. Gli avvocati del primo ministro, notando i vari "omissis", hanno chiesto di eliminarli, per poter organizzare una lista testi adeguata. E poi fanno istanze per ottenere ciò che non esiste, ossia i "ventitré interrogatori" a cui, secondo loro, è stata sottoposta Ruby. Due le fonti 
delle "informazioni" avvocatizie: un'intervista della stessa Ruby a un settimanale e una chiacchiera tra Marysthelle Polanco e Nicole Minetti dello scorso 17 ottobre. Allora nessun giornale aveva pubblicato una riga dell'inchiesta, ma le papi-girl sanno, confusamente, che qualcosa è accaduto. Quel mattino si registra uno scambio di messaggini.
"Amo, tranqui, (l'invito da parte di Silvio Berlusconi) è per parlarci della storia della Ruby", invia Minetti.
"Ok, amo, nn voglio casini. Quella chi la conosce? Ha fatto i nostri nomi ai magistrati!".
"Si, amo, l'hanno interrogata 22 volte".

Tanto basta agli avvocati per dare una veste giuridica alle fantasie delle ragazze. E tanto affannarsi rende l'idea del clima che c'è e che, già a suo tempo, era stato descritto dalla stessa Ruby a un'amica: "... è venuto il mio avvocato e ha detto: "Ruby, dobbiamo trovare una soluzione... è un caso che supera quello della D'Addario e della Letizia, perché tu eri proprio minorenne... adesso siamo tutti preoccupatissimi"". È dunque un processo che si annuncia molto, molto scivoloso, come sa lo stesso Silvio Berlusconi, il quale a una delle sue fedelissime aveva detto, scoraggiato: "In tutte le conversazioni non c'è una cosa positiva che, nessuna, abbia detto su di me". E poi, per quanto fedelissime, che faranno in aula queste ragazze? Anche Nicole Minetti, consigliere regionale e "addestratrice" del bunga bunga, può riservare delle sorprese. Come si dimostra da una delle ultime carte depositate. C'è una grande confidenza nel rapporto che lega Nicole al padre Antonio. Per lui, che ha 60 anni ed è titolare di diverse attività a Rimini, nonché legale rappresentante di una società di consulenza a San Marino, Nicole organizza una serata importante. Lo invita il 22 settembre scorso a "una cena con ministri politici, Bondi, la Gelmini, imprenditori vari", e, volendo, "io posso fare un tavolo", spiega al padre la politica del Pdl. 

Dalle intercettazioni, Antonio Minetti risulta essere davvero a Milano, a fine settembre, in una cena istituzionale al Castello Sforzesco, quando si svolge la festa del Pdl. "Loro saranno al tavolo" seduti con Giancarlo, "uno ben inserito", gli spiega la figlia. Gli investigatori lo identificano in Serafini, ex sindacalista, parlamentare del Pdl. E mentre viaggia tra Rimini e Milano, il signor Minetti parla in inglese con la figlia e chiede: "Giancarlo cosa sa della tua relazione con l'altro tipo? Dei favori che fai con gli appartamenti e quel tipo di cose?". Il riferimento per i detective è chiaro: Silvio Berlusconi. 

Quando, il 26 ottobre scorso, lo scandalo bunga bunga, finisce sui giornali, Nicole, al telefono con il padre, è sempre più preoccupata: queste cose, ammette, rischiano "di rovinarmi la vita". E la reazione è determinata: "Se mi arrabbio io, saranno problemi grossi per tutti". E la conclusione è uno sgangherato, ma altrettanto comprensibile progetto da gladiatrice: "Vita mia mort tua".

Nessun commento: