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25 mar 2011

Extrarete, GDO ed impianti Ghost; qual'è il futuro?

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Le compagnie petrolifere produttrici e distributrici di carburanti, offrono gli eccessi di produzione sul canale extrarete, dove si riforniscono sia le pompe bianche  sia la GDO. Perchè eccessi di produzione ? Perchè siamo arrivati ad una variazione del mercato. I paesi importatori acquistano più petrolio di quello che realmente serve e il meccanismo garantisce di mantenere i prezzi del petrolio ad un certo livello, diversamente se tutti i paesi acquistassero quello che serve realmente, ovviamente senza strategiche scorte d'obbligo, il petrolio costerebbe 20 dollari al barile e non gli 80 di oggi, ed ecco spiegato il perchè della sovrapproduzione di prodotto (occorre garantire gli investimenti).

Cerchiamo di fare chiarezza; molti paesi produttori di petrolio esportano il prodotto grezzo per poi importare il prodotto lavorato. Sembra strano ma molti paesi produttori di petrolio non sono in grado di produrre benzina a sufficienza e devono importarla tramite accordi commerciali tra stati. Questa situazione sta esaurendosi perchè alcune raffinerie, nei paesi produttori, riducono le richieste di prodotto finito e l'eccesso di produzione si sposta così nel canale extrarete nazionale. Anche su questo canale, la richiesta ha una percentuale che non assorbe tutta la sovrapproduzione  ed ecco allora una risposta ad uno dei tanti perchè si aprono stazioni di servizio extrarete piuttosto che rimodernare la rete già esistente, la quale copre tutto il territorio nazionale. Soffermiamoci allora su questo punto: perchè in una certa zona magari gia servita a sufficienza si apre una pompa bianca piuttosto che intervenire con una miglioria sugli impianti esistenti? Consideriamo che la  pompa bianca assorbe erogato poichè lo "sposta" su se stessa e quindi non si apre un aumento della domanda ma solamente lo spostamento di erogato da impianti di rete all'impianto extrarete.

Chiaramente le compagnie petrolifere guardano ai grandi numeri, ignorando gli effetti nefasti che questo mercato crea ai danni dei gestori colpiti dalla vicinanza delle pompe bianche e  Castelfranco ne è un esempio, ma ci sono zone che hanno accusato il colpo anche da qualche anno. Grandi numeri dicevamo. Se prendiamo la tabella elaborata dall'unione petrolifera, possiamo avere un quadro dei consumi di questi primi nove mesi dell'anno 2009, dove la benzina che viene venduta dall'extrarete è al 6.8 % a livello nazionale, un livello che non preoccupa le compagnie e rispecchia il concetto prima esposto. Nel gasolio abbiamo una più ampia divisione, dove l'extrarete ha il 52.66 % del mercato a cui si sommano  anche i privati con le loro flotte. Un piccolo appunto si può fare nelle variazioni tra il 2008 e quest'anno, nel quale l'extrarete nella benzina guadagna a discapito della rete un 4.8 % contro un calo del 3.4 %. Nel gasolio si ribalta la situazione e l'extrarete perde un grasso 9% (661 tonnellate) e la rete resiste con un + 0.4%.

Un altro punto di osservazione di questo mercato, sono i prezzi di vendita al pubblico e della relativa disinformazione che si crea intorno ad essi, dalla loro composizione fino al determinamento del prezzo finale. Facciamo riferimento ad un autorevole organo di informazione sui prezzi carburanti, come Nomisma Energia del 9 novembre 2009 dal quale, leggendo la tabella, estrapoliamo questi dati:


BENZINA ( in centesimi/litro )                   Benzina               GASOLIO

prezzo internazionale del carburante            34.84                      35.61         
accisa                                                      56.40                      42.30
iva  20%                                                   21.24                      18.56
margine lordo compagnia +                       14.96                      14.90
gestore

prezzo ottimale  al litro                           1.274,4                   1.113,6
prezzo medio rilevato                              1.293,1                   1.129,5


Molti gestori si riconosceranno nel prezzo medio rilevato ma a noi qualcosa non torna.
Se dal margine lordo togliamo dai 3 ai 5 centesimi di euro, che è il margine del gestore per supportare la gestione dell'impianto, allora la compagnia incamera dagli 11.90 a 9.90 supportando i costi di trasporto, investimenti punto vendita (!?), pubblicità e promozioni, come evidenzia nomisma energia allora ci chiediamo: ma nell'extrarete come viene effettuato questo calcolo?
Nelle pompe bianche, che mediamente hanno un prezzo inferiore di 8 / 10 centesimi al litro rispetto al prezzo raccomandato dalle petrolifere, quale è il margine lordo compagnia/gdo o compagnia/pompa bianca ?

Se consideriamo che, rispetto a questa tabella, il prezzo internazionale non cambia così come non cambia l'accisa e il margine lordo che si riduce a circa 4 / 6 centesimi da dividere tra i soggetti, supportando i costi di trasporto e investimenti punto vendita, ci richiediamo, dove sta il business?
Qualcosa non ci torna, l'abbiamo già detto, non riusciamo davvero a capire dove sta il business in questo contesto. Diceva qualcuno che a pensar male si fa peccato ma molte volte ci si azzecca, eppure dall'informazione che giornalmente abbiamo e dai fatti, emergerebbe quasi in maniera inequivocabile come ci sia un malcelato progetto  per fare fuori un categoria intera, il tutto per avere poi libero arbitrio in un mercato dove poter gestire il prezzo a proprio piacimento.

L'allarme scattato dopo l'iniziativa Iperself, seguita a ruota da altre compagnie, non era un caso. Si fa credere al consumatore un presunto risparmio  togliendo dal prezzo il margine del gestore e spalmando i costi dell'operazione in spazi temporali più ampi. Le compagnie non perdono nulla, ma inculcano nell'immaginario comune un concetto, ovvero, che a gravare sul prezzo finale sia il gestore.
Ad armi pari, senza i trucchetti oggi adottati dall'industria petrolifera, non ci sarebbe storia. Mettere in competizione un accettatore di un impianto Ghost con la cortesia, la professionalità ed il servizio offerto dal Gestore non ha paragoni. Non solo in termini di servizio, ma anche a livello di costi fissi che occorrerebbero per mantenre attivo lo stesso accettatore (manutenzione, assistenza, gestione degli incassi, contabilità, ecc.).
Un appello quindi a Nomisma Energia, affinchè contribuisca a fare  luce su questo mercato parallelo dei carburanti perchè vogliamo avere delle risposte ai nostri dubbi, alle nostre domande per meglio capire dove stiamo andando con la distribuzione carburanti.

P.A.B  Redazione GestoriCarburanti Torino

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