L'imprenditore: "Con D'Alema siamo andati anche a New York, credo, abbiamo fatto un week end insieme con lui". "Tedesco era geloso, forse voleva una escort pure lui, se me l'avesse chiesta, gli avrei portato la D'Addario"
Pm: "Dove vi vedevate con Roberto De Santis?".
Tarantini: "Lecce, Bari, Roma, Milano, siamo andati anche a New York, credo, abbiamo fatto un week-end insieme con lui, D'Alema".
Pm: "E quindi, questo Roberto De Santis quand'è che le ha fatto conoscere D'Alema, se gliel'ha fatto conoscere?".
Tarantini: "Sì, ho conosciuto D'Alema in più occasioni, in particolar modo abbiamo fatto un week-end insieme, io ero in barca con il dottor Francesco Maldarizzi, avevano organizzato questo week-end con D'Alema, con la sua barca, e Roberto De Santis con la barca di D'Alema. Andammo a Ponza".
E così, una volta conosciuto il "ministro degli esteri", per fare bella figura con i direttori generali delle Asl, potenziali clienti, Tarantini organizza una cena in uno dei più noti ristoranti baresi, invitando D'Alema e i rappresentanti del centro sinistra pugliese.
Pm: "Come è nata l'idea di questa cena?".
Tarantini: "È nata perché avendo fatto quel viaggio con D'Alema. .. Allora è stato nel 2007, sicuramente".
Pm: "La cena è del 2008".
Tarantini: "No, il viaggio. Avendo fatto quel viaggio con D'Alema, io volevo, credevo, speravo, che anche l'amicizia con Roberto De Santis potesse giovarmi, quant'anche presentandomi qualche esponente del Pd, e quindi il vantaggio era quello. .. L'idea della cena è nata perché volevo sponsorizzare il Pd e fare bella figura con dirigenti e primari, esclusivamente quello. Poi a me, di finanziare il partito o il ministro, non me ne fregava assolutamente niente".
Interrogato sui rapporti tesi con Tedesco, derivanti dalla concorrenza sulla vendita di protesi fra la Tecnohospital di Tarantini e le aziende della famiglia Tedesco, l'imprenditore dà una sua interpretazione.
Pm: "Come mai una tale animosità nei suoi confronti?".
Tarantini: "Era geloso, Alberto Tedesco di me. Forse voleva una escort anche lui, se me l'avesse chiesta, l'avrei data anche a lui. Gliel'avrei portata sicuramente, pur di acquietare le acque. La D'Addario gli avrei portato, sicuramente".
Concentrato sulla questione delle nomine e, in tutta risposta, sulla necessità di moralizzare la sanità pugliese, in particolare le Asl, l'interrogatorio del presidente della Giunta regionale pugliese, Nichi Vendola, il 6 luglio 2009, come persona informata sui fatti. "Volevo togliere il formaggio dalle vicinanze dei topi - spiega - volevo impermeabilizzare per quello che era possibile le Asl". Il pm Desirée Digeronimo vuole sapere da Vendola se i cambi ai vertici delle aziende sanitarie locali, in particolare di quelle di Lecce e Brindisi sia stato richiesto da Tedesco, come sostiene l'accusa. "Avevo un diffuso chiacchiericcio sulla permeabilità della Asl di Lecce - risponde Vendola - all'invasione della politica, e a quel punto mi sono orientato a cambiare la cosa".
Pm: "Riferibili a chi?".
Vendola: "L'impressione che si aveva a Lecce era di una specie di ecumenismo bipartisan, è come se la Asl potesse non essere ostile nei confronti di nessuno per tenersi al riparo".
In sintesi, il Governatore chiarisce agli inquirenti la sua visione personale della sanità: "Io so che la sanità è un grande bubbone, fine della storia". E ancora, "la conoscenza del sistema sanitario è pericolosa, perché invece il sistema sanitario così come è, a ciascuno può offrire degli spazi di entratura, questo è il trasversalismo degli affari che domina il mondo della sanità".
Opportuna e inevitabile, a quel punto, la domanda del pm: "Quello che ci domandiamo è se appunto il comportamento di Tedesco in qualche modo non ha favorito, non dico ostacolato, ma ha trovato, ha avuto delle resistenze rispetto a tutto questo, potesse essere ancorato alla necessità di mantenere questa palude di cui lei parlava". Vendola risponde: "È probabile, non lo escludo, non posso escluderlo".
Nessun commento:
Posta un commento