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23 feb 2011

Il papà triste e la casa volante Ecco i disegni delle gemelline

A casa con Irina: «Vi racconto le mie bambine»




Le gemelle al mare con la madre Irina
Le gemelle al mare con la madre Irina
SAINT-SULPICE (Losanna) — Di notte, per strappare qualche ora di sonno allo sgomento e all'attesa, Irina abbraccia i pupazzetti delle sue bambine. Nel buio e nel silenzio accarezza le lunghe orecchie del coniglietto rosa Casimir, coccola Matilde, la pecorella. Non sa nemmeno lei se davvero è così, eppure le sembra che quei pupazzi profumino di Alessia e Livia. Chissà dove sono, Alessia a Livia… inghiottite dal nulla il pomeriggio del 30 gennaio mentre erano con il padre, Matthias. Chissà se è vero quel che ha scritto Matthias in una lettera a Irina, la donna che lui diceva di amare e che non lo amava più. «Le bambine riposano in pace, non hanno sofferto… Non le rivedrai mai più». Il 3 febbraio lui si è lasciato travolgere da un treno a Cerignola, in Puglia, e non c'è stato indizio, avvistamento, ricerca, che abbia dato un risultato: la sorte delle gemelline resta un mistero e i loro sei anni sono troppo pochi per autorizzare grandi speranze. Le cercano da 23 giorni le polizie di Svizzera, Francia e Italia lungo la «rotta» tracciata da Matthias con i suoi spostamenti fra il 30 gennaio e il giorno del suicidio.

Alessia e Livia, i disegni e i giochiAlessia e Livia, i disegni e i giochi    Alessia e Livia, i disegni e i giochi    Alessia e Livia, i disegni e i giochi    Alessia e Livia, i disegni e i giochi    Alessia e Livia, i disegni e i giochi    Alessia e Livia, i disegni e i giochi    Alessia e Livia, i disegni e i giochi

«LE DEVO TROVARE» - «Io le voglio trovare» premette Irina. Anzi, no: «Le devo trovare, assolutamente. Devo. Soltanto di questo sarà fatta la mia vita». Nell'appartamento di Saint-Sulpice dove si è trasferita con le bimbe dopo la separazione, l'estate scorsa, non c'è angolo che non abbia l'impronta di Alessia e Livia. I libri delle favole ovunque, pastelli colorati e lavoretti creati all'asilo, zainetti e giocattoli. Nella cameretta il tempo è rimasto immobile, fra pupazzi di Hello Kitty, cagnolini, orsetti di peluche e bambole sui lettini, la sveglia arancione, la pianola, il tappetino rotondo con le casette, gli alberi e il cielo blu, le copertine dai colori sgargianti. I disegni incorniciati e appesi in salotto raccontano emozioni, momenti. Il giorno del trasloco, per esempio. La mamma era indaffarata con mobili e vestiti, le bimbe con fogli e pennarelli. «Ecco», mostra Irina. «Quella volta disegnarono questi». Livia scarabocchiò una casa che vola verso il sole fra nuvolette blu, una corda la lega alla terra dove tanti fili d'erba fanno compagnia a un solo fiore. Alessia tracciò lo strano profilo di un uomo che colorò di azzurro e al quale diede due occhi neri e una bocca disegnata all'ingiù, «perché è triste», spiegò. Lei non lo disse ma quell'uomo era il padre, rimasto solo nella vecchia casa.

La cameretta delle gemelle nella casa di Saint Sulpice
La cameretta delle gemelle nella casa di Saint Sulpice
«PAZZE PER PIPPI CALZELUNGHE» - Ogni volta che comincia una frase, Irina attacca con un verbo al passato: erano, facevano, dicevano... e ogni volta torna indietro a correggersi, sono, fanno, dicono. Se sei la madre di due bambine che all'improvviso svaniscono nel nulla la speranza diventa una fortezza inespugnabile. E allora le tue bimbe sono, fanno, dicono... fino a prova contraria. Irina scova un ricordo: «Alessia è un terremoto, estroversa, adora cantare, a me fa un po' ridere quando la sento ripetere le canzoni di Mina, la sua preferita. Livia è più cerebrale, introversa, ama moltissimo gli animali. Tutte e due sono pazze per Pippi Calzelunghe e vorrebbero tanto un gatto. Il giorno in cui sono scomparse ne avevo finalmente trovati due grazie a un'amica. Uno nero di nome Baghera e uno rosso che si chiama Balù. Sarebbero tornate a casa e avrebbero trovato la sorpresa. Chissà che faccine avrebbero fatto. Invece...».

UNA VITA ANESTETIZZATA - Invece quel giorno il destino ha scritto per loro una pagina diversa che nessuno finora è riuscito a leggere. «Dove saranno le mie bambine? C'è una tale cattiveria, una tale crudeltà in quello che ha fatto Matthias che non riesco ancora a credere che sia successo». Gli amori finiscono, Matthias non ha voluto accettarlo. «Mi ha voluta punire. Il suo odio nei miei confronti è stato più grande dell'amore per le sue bambine. È agghiacciante». Irina dorme qualche ora a forza di calmanti e antidepressivi. «Vivo come anestetizzata, come se ogni mattina mi infilassi una corazza contro il dolore, sento arrivare ondate di speranza alternate a disperazione». I giorni annegano in un mare di ricordi. «Mi è venuto in mente che Livia è affascinata dalle chiese. Davanti a un enorme Cristo sulla croce una volta mi chiese "che ha fatto per meritare di essere punito così?". Più ci penso più mi manca il loro calore, non sopporto la lontananza delle loro mani, dei loro corpi, dei loro sorrisi...».

MONSIEUR PAPILLON - È mezzanotte e mezza. Irina e Ingrid, sua madre, passano in rassegna i disegni di Alessia e Livia. C'è «Monsier Papillon», uomo-palloncino colorato di arancione, ci sono i delfini che saltano fuori dalle onde del mare e una bambina che ne cattura uno, c'è un vaso di fiori che ricorda quelli di Van Gogh, ci sono sirene con corone di cuoricini in testa, una regina che raccoglie fiori e bambini sorridenti, casette colorate, animali. C'è il racconto della vita di Alessia e Livia in quei disegni. Ci sono i loro sogni e le ansie di bambine. Irina mette via tutto. È ora di dormire, dal coniglietto Casimir e dalla pecorella Matilde già arriva il profumo di Alessia e Livia.


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