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10 gen 2011

Tunisi, rapito un giornalista sul web la cronaca della rivolta


In Rete gli aggiornamenti in tempo reale dagli scontri in nord Africa. Il giornalista Wissam Saghir è stato portato via dal Conservatorio della città. Immagini in diretta da tutti i teatri degli scontri a testimoniare la violenta repressione. Cecchini sui tetti a Kasserine, in carcere il rapper 'Il Generale', colpevole di aizzare il popolo con un brano che racconta la protestadi TIZIANO TONIUTTI

TUNISI -  Il flusso di informazioni di Sidi Bouziz News è inarrestabile, e la diretta della protesta rimbalza su internet attraverso i social network, Youtube, blog e canali Twitter. Dopo il giro di vite del governo tunisino sugli attivisti web, la rivolta del pane diventa anche quella della libertà di informazione. E così, su Twitter compaiono messaggi come "l'arma che la polizia teme di più è la videocamera". E i timori di censura su quello che sta avvenendo nel paese nordafricano sono giustificati: la cronaca dettagliata arriva solo attraverso il web, che racconta le strade di Tunisi: quelle in cui si la protesta viene repressa duramente, mentre i manifestanti bruciano le foto del presidente Zin el-Abidin Ben Ali. 

Rapimenti e cecchini. Solo sui canali web si apprende la notizia del rapimento del giornalista Wissam Saghir dal Conservatorio di Tunisi, su cui al momento non ci sono altri dettagli. E sulla pagina Facebook del gruppo Sidi Bouziz News, compaiono le immagini in tempo reale delle manifestazioni. Aggiornamenti da tutti i teatri della protesta, e arrivano anche i video delle violenze a Tala e Kasserine, con immagini esplicite della repressione. Gli attivisti web segnalano anche la presenza di cecchini 
Zouhour e Kasserine: sarebbero già cinque i manifestati uccisi dai tiratori della polizia.

Rap proibito. Ha ventidue anni 'El General', e la sua colpa è quella di 'rappare' il disagio del popolo tunisino: "Presidente, il tuo popolo muore", canta Il Generale, nome d'arte di Hamado Bin Omar, 22 anni. E la polizia lo arresta e lo trattiene, per le accuse esplicite verso il presidente Ben Ali. Un'invettiva in rima che è diventata subito la colonna sonora della rivolta di Sidi Bouzid, che in poco tempo ha coinvolto tutto il paese. 

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