Il Vaticano non è più un paradiso fiscale. Lo Ior chiude l'era dei segreti e dei «sacri bonifici»
La pace è «minacciata da diverse cause, fra le quali quella di un uso improprio del mercato e dell'economia e quella, terribile e distruttrice, della violenza che il terrorismo perpetra, causando morte, sofferenze, odio e instabilità sociale». CosìBenedetto XVI ha accompagnato il Motu Proprio con cui ha varato nuove norme per la prevenzione ed il contrasto delle attività illegali in campo finanziario e monetario.
Lo Ior chiude l'era dei segreti e dei «sacri bonifici»
Un complesso di leggi con cui il Papa – che notoriamente persegue il Paradiso del Cielo – vuole abbattere ogni schermo che possa rendere il Vaticano un «paradiso fiscale» sulla Terra, cosa che fino a ieri in qualche modo era considerato. E per questo ha varato una nuova normativa, che recepisce la convezione monetaria firmata con la Ue un anno fa, contro il riciclaggio del denaro sporco e contro il finanziamento al terrorismo. Si tratta del primo passo, cui seguiranno anche altri adeguamenti fiscali e tributari che hanno come obiettivo fa entrare la Santa Sede nella «white list» dell'Ocse dei paesi finanziariamente ed economicamente virtuosi. Da tempo il Segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, preme affinchè il Vaticano entri a pieno titolo dentro il club dei paesi in regola, e gli incontri del presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, alla sede di Parigi dell'Ocse vanno avanti da mesi.
Le nuove leggi varate ieri sono quattro, cui si aggiunge la creazione di un'Autorità di informazione finanziaria (Aif) una sorta di banca centrale che vigilerà sul rispetto del nuovo impianto regolatorio, e avrà competenze non solo sullo Ior, ma anche sugli altri enti finanziariamente rilevanti, tra cui Apsa, Governatorato e Propaganda Fide.
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