(AGI) - Bergamo, 28dic. - "Ridateci nostra figlia. Lasciate che torni nel suo paese, nella sua casa, nelle braccia dei suoi cari": e' l'appello lanciato questa mattina dai genitori di Yara Gambirasio, nel loro primo incontro pubblico dalla scomparsa della figlia, ormai piu' di un mese fa.
Fulvio e Maura hanno vinto (ma solo per qualche minuto) la riservatezza che li aveva portati finora a fuggire giornalisti e telecamere per lanciare un appello a chi puo' avere rapito la figlia. Ma ancora una volta l'hanno fatto con grande compostezza, sedendosi dietro un tavolo all'ex centro elioterapico di Brembate Sopra e leggendo un breve comunicato: "Noi siamo una famiglia semplice - hanno esordito, tenendosi per mano - siamo un nucleo di persone che ha basato la propria unita' sull'amore, sul rispetto, sulla sincerita' e sulla solarita' nel nostro quieto vivere. Da un mese stiamo ponendo innumerevoli domande sul chi, il che cosa, il come, il quando e il perche' ci sta accadendo tutto cio'. Noi non cerchiamo risposte, noi non chiediamo di sapere, noi non ci assilliamo per capire, noi non vogliamo puntare il dito verso qualcuno, noi desideriamo solo immensamente che nostra figlia faccia ritorno nel sul mondo, nel suo paese, nella sua casa, nelle braccia dei suoi cari".
"Noi imploriamo la pieta' di quelle perone che trattengono Yara" continua l'appello, "chiediamo loro di rispolverare nella loro coscienza un sentimento d'amore; e dopo averla guardata negli occhi, aprano quella porta o quel cancello che la separa dalla sua liberta'. Noi vi preghiamo, ridateci nostra figlia, aiutateci a ricomporre il puzzle della nostra quotidianita', aiutate a ricostruire la via della nostra normalita'. La gente ci conosce bene, non abbiamo mai fatto o voluto il male di nessuno, ci siamo sempre dimostrati una famiglia aperta, trasparente e disponibile verso gli altri e non meritiamo di proseguire la nostra vita senza il sorriso di Yara". (AGI
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