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I dispacci sull'intreccio di affari e politica e sulla dipendenza energetica dalla Russia
Vladimir Putin e Silvio Berlusconi (Reuters) |
«Affari privati dietro l'amicizia per Mosca»
1. (C) (...) Gli ultimi commenti di Berlusconi sono il culmine di una serie di infiammatori e inutili commenti in sostegno di Putin (...) Questi ultimi vanno molto oltre nel tentativo di addossare agli USA la colpa per la paranoia della Russia. 9. (C) Tutti i nostri interlocutori (all'interno del governo, ndr) hanno ripetuto che Berlusconi non ascolta i consigli degli esperti nel definire il suo approccio verso gli altri Stati. Sulla Russia, Berlusconi spinge questo all'estremo (...) come un modo di guadagnare favori con i suoi interlocutori russi —con i quali numerosi (inclusi politici nel suo partito) sospettano egli abbia una relazione personale che lo arricchisce finanziariamente.
I dubbi di Hillary sui rapporti con il Cremlino
Nel cable datato 28 gennaio 2010, il segretario di Stato americano Hillary Clinton chiede notizie sulle relazioni italo-russe. «I vertici politici ed economici dell'Italia hanno influenzato la strategia russa contro gli interessi americani? E se sì, in che modo?». «Per favore fornite informazioni sulla relazione personale tra Putin e Berlusconi. Quali eventuali loro investimenti privati potrebbero essere alla base della politica estera ed economica di Russia e Italia? (...) Per favore fornite ogni informazione possibile sulla relazione tra i vertici dell'Eni, in particolare il Ceo (Chief executive officer, ndr) Scaroni, e il governo italiano, in particolare il premier Berlusconi e il ministro degli Esteri (Frattini, ndr)».
«Alleato-chiave presuntuoso e gaffeur»
2. (C/NF) La nostra relazione con Berlusconi è complessa. E' decisamente pro-America ed è venuto incontro ai nostri interessi in un modo e a livelli che il precedente governo era riluttante o incapace a realizzare (...) Egli fa sfoggio di una presuntuosa autostima che nasce da una popolarità politica forte e stabile che lo ha reso sordo alle opinioni contrastanti. Il suo stile di governo non ortodosso, le sue frequenti gaffe e gli scandali d'alto profilo hanno spinto molti a liquidarlo come inefficiente e vacuo come leader europeo (...) Malgrado le sue carenze, marginalizzare Berlusconi limiterebbe un'importante cooperazione con un alleato chiave (...) Ha fermato la tendenza a governi italiani deboli e di vita breve.
«L'agenda ambiziosa del G8 italiano»
6. (C/NF) La gestione di Berlusconi della presidenza del G8 è stata segnata da una proliferazione di incontriministeriali accompagnata da un cambio di località all'ultimo minuto (...) che ha preso di sorpresa anche i suoi assistenti diplomatici. Berlusconi e i suoi ministri tendono a vedere l'anno italiano alla guida del G8 più come un'opportunità per ingraziarsi Paesi fuori dal G8 come Egitto, Spagna e Libia, che come uno strumento per affrontare i problemi mondiali. Tuttavia, il suo desiderio di evitare che il G8 sotto la sua guida venga oscurato dal G20 ha spinto un'agenda ambiziosa che può portare a contributi utili.
«Quegli accordi economici redditizi e non trasparenti»
8. (C/NF) La dipendenza energetica dalla Russia, redditizi e spesso non trasparenti accordi economici tra l'Italia e la Russia, e una stretta, personale relazione tra Berlusconi e Putin hanno distorto la visione del premier fino al punto che egli crede che la maggior parte delle frizioni fra l'Occidente e la Russia sono state causate dagli Stati Uniti e dalla Nato. Berlusconi crede di agire come un mediatore e di poter restaurare uno spirito di dialogo e cooperazione tra l'Europa, gli USA e la Russia, ma soprattutto nei termini voluti dalla Russia, rinviando ad oltranza le aperture della Nato verso Ucraina e Georgia, annacquando i tentativi dell'Ue di promuovere la democrazia in Bielorussia.
«Eni, Gazprom e la dipendenza energetica»
9. (C/NF) Lo stretto legame personale di Berlusconi con Putin e i legami aziendali molto forti tra l'italiana Eni e la russa Gazprom spesso mettono l'Italia direttamente in contrasto con gli sforzi del governo americano di ridurre la dipendenza energetica dell'Europa dalla Russia. L'Eni, controllata al 30% dal governo italiano, spesso detta le strategie energetiche del governo italiano e usa la sua influenza, attraverso il governo, per bloccare i piani di liberalizzazione del mercato energetico europeo. Tuttavia l'Italia sta anche intraprendendo passi nella giusta direzione che le permetteranno di diversificare le sue fonti energetiche.
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