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22 dic 2010

Cena Fli a Napoli e Fini gioca a tombola con la Tulliani

Serata con il presidente della Camera protagonista della tombolata finale. C'era anche l'ex forzista Alfredo Vito

NAPOLI — Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, leader di Futuro e Libertà, arriva sotto braccio alla sua compagna, Elisabetta Tulliani, in abito da sera, e con i parlamentari Giuseppe Consolo e Alfredo Urso. A fare da padroni di casa, al Rosolino, l'europarlamentare Enzo Rivellini e la compagna, Bianca D'Angelo, consigliera regionale, ma ancora iscritta al gruppo Pdl: sono loro ad aver convocato sul lungomare 350 simpatizzanti per una cena autofinanziata da 350 euro a persona e tombolata finale.

La tombola del presidente
  • Il presidente della Camera con la compagna Elisabetta Tulliani prende le cartelle della tombola (Ansa/Ciro Fusco)
  • Un momento della manifestazione: cena, piano-bar, tombola e comizio finale al ristorante «Rosolino» di Napoli (Pressphoto)
  • Il presidente della Camere con le Babbo Natale che distribuiscono le cartelle per la tombola (Pressphoto)
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  • L'attore Gino Rivieccio intrattiene il parterre (Pressphoto)
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  • Il cabaret di Rivieccio (Pressphoto)
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  • Con il coordinatore regionale di Fli, l'eurodeputato Enzo Rivellini (Pressphoto)
  • Stuzzichini (Pressphoto)
  • Tra i partecipanti alla serata anche l'ex deputato Alfredo Vito (il primo a destra) - Pressphoto
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Tuttavia, arriva la metà dei commensali previsti. «Napoli e l'Italia meritano qualcosa di meglio dell'immagine offerta da Berlusconi e Bossi — esordisce Fini —. Se c'è un'area d'Italia che più di altre deve sentirsi tradita, quella è il Mezzogiorno. Sono Napoli e la Campania. A partire dai valori calpestati: quelli dell'onestà, della legalità, del lavoro, della legge uguale per tutti. Il Mezzogiorno merita di essere rispettato dato che io credo che l'Italia si salva tutta intera. Altrimenti, affonda». Fini strizza l'occhio ai giovani che protestano contro la riforma Gelmini: «Se i giovani scendono in piazza per protestare, la politica non si volti dall'altra parte, non li insulti, ma cerchi di capirli e, se possibile, di educarli con i fatti. Le forze politiche si interroghino sul perché nessuno riesce a interessare le nuove generazioni».

In sala, in un tavolo più defilato, l'ex mister centomila, Alfredo Vito, annuisce compiaciuto. Più lontano, l'ex senatore Tommaso Barbato, passato alla cronaca per lo sputo indirizzato al collega «traditore» dell'allora Udeur, Nuccio Cusumano: «In gioventù — confessa Barbato — sono stato nel Fronte della gioventù. È un ritorno a casa». Si intravedono l'ex deputato dell'Msi, Antonio Mazzone, con il figlio Alessandro; il consigliere provinciale Giovanni Bellerè («Ho portato a Fini un pastore artigianale che papà avrebbe voluto regalargli prima di morire»); i consiglieri comunali ex Udc Roberto De Masi e Federico Alvino, quest'uiltimo genero del vicepresidente della Provincia di Napoli, Gennaro Ferrara, l'avvocato Lucio Varriale; l'ex consigliere regionale Benedetto Lombardi. E Rivellini gongola: «Abbiamo raccolto ventimila adesioni e non siamo ancora un partito. Da quando ho regalato la maglia del Napoli al presidente Fini, la nostra squadra non perde più».

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