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26 nov 2010

Università, proseguono le proteste

Occupata dagli studenti stazione Genova

Scontri, cortei e occupazioni in tutta Italia. Continua a oltranza la protesta degli studenti contro il ddl Gelmini. Un migliaio di studenti, tra giovani universitari e ragazzi delle superiori, hanno occupato la stazione ferroviaria di Genova Principe. Poco prima gli studenti avevano dato vita a un corteo nel centro cittadino, aprendo la manifestazione con lo striscione "Nell'ignoranza la sottomissione, nella conoscenza la ribellione".

Università, proseguono le proteste

Dopo gli scontri a Roma, culminati con un assalto dei manifestanti al Senato e alla Camera, l'occupazione della Torre di Pisa, gli scontri tra forze dell'ordine e i manifestanti di Firenze, i sit-in a Napoli e Milano, oggi gli studenti sono tornati in piazza. A Perugial'assemblea nell'aula magna dell'Università di Lettere si è trasformata in una occupazione. Una ottantina di giovani hanno presieduto i locali dove hanno passato anche la notte. La situazione è tranquilla, ma tenuta sotto controllo dalla polizia. L'occupazione proseguirà anche nei prossimi giorni.

La manifestazione contro il Ddl Gelmini ha portato mobilitazioni e tensioni in tutta Italia. Non è escluso che si protraggano fino a martedì 30 novembre quando il parlamento esaminerà la riforma. I giovani dimostranti non hanno nessuna intenzione di fermarsi. "La protesta - ha detto Giorgio Paterna, studente di Economia ad Ancona e coordinatore dell'Udu (Unione degli Universitari) - andrà avanti ad oltranza fino a quando non otterremo il ritiro del ddl".

All'Aquila, nonstante la neve, gli studenti stanno protestando sui tetti delle poche sedi universitarie agibili dell'ateneo aquilano. Studenti di Lettere e Filosofia, nonché del Polo Scientifico di Coppito sono saliti sui tetti ed hanno esposto striscioni contro la riforma, senza però mettere in atto alcuna forma di occupazione. Docenti ericercatori insieme agli allievi, un centinaio nel complesso, sono rimasti sulla terrazza dell'istituto di Lettere per un'assemblea straordinaria, sfidando nevischio e basse temperature. Anche in questo caso le lezioni, per chi vuole, stanno procedendo regolarmente. Le motivazioni della protesta sono le stesse degli altri atenei: si combatte una privatizzazione di fatto dell'università italiana, il rischio di aumento del precariato e l'affermazione ''che il potere dei baroni resta inalterato''. Ma all'Aquila, colpita dal terremoto del 6 aprile 2009, la mobilitazione di studente e docenti è anche motivata a causa di una università a forte rischio non solo per il terremoto ma anche per la crisi economica straordinaria conseguente.

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