Arrestato un americano di origini somale. Il 19enne è finito in una trappola dell'intelligence Usa:
«La bomba era finta»
PORTLAND
Gli agenti dell'Fbi hanno sventato un singolare attentato a Portland, in Oregon. Un'auto era stata imbottita di esplosivo e avrebbe dovuto esplodere ieri sera nel corso della cerimonia di inaugurazione di un grande albero di Natale. Si trattava però di un falso ordigno, fornito dalla polizia come esca a un giovane americano di origini somale identificato come Mohamed Osman Mohamud.
Secondo il sito della FoxNews, Mohamud al momento dell'arresto ha gridato «Allahu Akhbar» ("Dio è grande" in arabo) e ha cercato di picchiare i poliziotti. È stato arrestato con l'accusa di tentato uso di armi di distruzione di massa.
Il procuratore federale Dwight Holton ha reso noto ieri che l'operazione sotto copertura a carico del somalo-americano era cominciata in giugno. Un agente infiltrato aveva saputo che Mohamud, che vive a Corvallis, in Oregon, era stato in contatto regolare via email a partire dall'agosto del 2009 con una persona in Pakistan, nella Regione di frontiera del Nordovest. Secondo gli inquirenti federali, nel dicembre 2009 Mohamud e il suo contatto pachistano avevano usato in una email un linguaggio in codice per organizzare una trasferta in Pakistan del giovane somalo-americano, al fine di ottenere addestramento per la jihad.
La cosa non aveva avuto esito. Nel giugno scorso un agente dell'Fbi aveva contattato il giovane spacciandosi per compagno del suo contatto pachistano. Mohamud e l'agente si erano incontrati a Portland a luglio e il giovane aveva detto di voler fare un attentato all'inaugurazione dell'albero di Natale in città. Ieri l'agente ha fornito all'aspirante terrorista un furgone con un finta bomba, lo ha accompagnato sul luogo dell'inaugurazione e gli ha dato un cellulare che avrebbe dovuto far esplodere l'ordigno. Quando Mohamud ha dato il segnale, la polizia lo ha arrestato.
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