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24 nov 2010

Tensione tra le Coree, Usa in campo Seul: "La situazione può precipitare"




Anche 2 morti civili nell'attacco
all'isola. Al via nuove manovre
militari del Sud con Stati Uniti.
Pyongyang: vogliono la guerra

SEOUL
Con la scoperta di due cadaveri di civili è salito oggi a quattro il bilancio di morti, che potrebbe ancora aggravarsi, del bombardamento effettuato ieri dalla Corea del Nord contro un'isola sudcoreana.

I mezzi d'informazione sudcoreani mettono l'accento sul «primo attacco contro la popolazione» civile dal 1953, quando la guerra di Corea è terminata con un armistizio al quale non è mai seguito un trattato di pace. Centinaia di profughi dalla piccola isola di Yeonpyeong, in gran pescatori, si sono rifugiati sulla più vicina città costiera, Incheon, mentre lo stato di massima allerta rimane in vigore e stringenti misure di sicurezza sono state introdotte su tutta la costa occidentale del paese, di fronte all'isola.

«C'erano fumo e fuoco dappertutto, sembrava veramente la guerra», ha dichiarato uno di loro. Ad Incheon si trova anche l'aeroporto internazionale che serve la capitale Seul. In superficie tutto appare normale sia all' aeroporto che in città ma la paura è palpabile. La televisione mostra a getto continuo immagini di case distrutte o danneggiate dalle bombe nordcoreane. «Temo che la crisi possa espandersi e peggiorare», ha detto un giovane di 29 anni, Jeon Seung-wook, che vive nella città costiera. «Solo quando è stato dichiarato lo stato d' emergenza ho capito quelle immagini televisive mostravano cose vere», ha aggiunto il giovane. «Io invece - ha afferma una donna di mezza età che ha il figlio sotto le armi - sono entrata in panico appena ho sentito la notizia». 

Seul ha promesso di rispondere a tono se ci saranno «altre provocazioni» e oggi è stato annunciato che domenica prossima si terrano delle esercitazione navali congiunte dalla Corea del Sud e dagli Stati Uniti. Pyongyang ha risposto ribaltando le accuse e affermando minacciosamente che «le azioni della Corea del Sud hanno portato la penisola sull' orlo della guerra». Intanto la Corea del Sud e gli Stati Uniti daranno il via a manovre militari navali congiunte a partire da domenica prossima. La decisione è stata presa dal presidente Obama insieme a sudcoreano Lee Myung-Bak. Le manovre, che si svolgeranno nel Mar Giallo, dove si è verificato l'attacco di ieri, vedranno la partecipazione della portaerei americana George Washington, secondo quanto comunicato dall'agenzia sudcoreana Yonhap. 

Obama e Lee Myung-Bak hanno concordato di «innalzare il livello di preparazione» e di svolgere manovre militari congiunte «nei prossimi giorni», ha confermato la Casa Bianca, «per proseguire sulla strada della stretta cooperazione in materia di sicurezza tra i nostri due Paesi e per sottolineare la forza della nostra alleanza e il nostro impegno per la pace e la sicurezza nella regione», si legge nel comunicato della presidenza americana. Obama ha ugualmente rassicurato il presidente sudcoreano che gli Stati Uniti «restano al fianco» del loro alleato, dopo l'aggressione della Corea del Nord. Tuttavia, la Casa Bianca nega che stia pensando all'ipotesi di un suo intervento armato, preferendo in questa fase spingere su Pechino perchè «inciti la Corea del Nord al rispetto delle regole internazionali». Obama manda così un messaggio esplicito al governo di Pechino. Poi, rispondendo a una domanda diretta, esclude in modo chiaro che gli Usa stiano pensando a un intervento militare. «In quell'area siamo di fronte a una minaccia seria e persistente. Tuttavia - ha sottolineato Obama - non stiamo pensando a un attacco, ma ci stiamo consultando con Seul».

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