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10 nov 2010

Seul, Obama scuote i leader del G20 «Forte economia Usa è un bene per tutti»

Sul tavolo una soluzione condivisa alla «Guerra delle valute». La presidenza: «L'accordo è lontano»

I presidenti russo e sudcoreano Dmitry Medvedev e Lee Myung-bak  (Ap)
I presidenti russo e sudcoreano Dmitry Medvedev e Lee Myung-bak (Ap)
MILANO - A Seul è tutto pronto per il G20 che si aprirà ufficialmente giovedì. La capitale sudcoreana si prepara ad accogliere i Grandi della Terra e scatta la «zona rossa», un'area intorno al Coex - il centro congressi che ospita il vertice - che sarà interdetta a tutti i non autorizzati. A Seul (dove è atteso anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi) è già arrivato Barack Obama. In una lettera, (ottenuta dalla Reuters) e inviata martedì il presidente americano chiede agli altri leader del G20 - che avrà tra i temi principali la soluzione alla "guerra delle valute" - di «fare la loro parte» per ridurre gli squilibri fra le potenze esportatrici e gli importatori fortemente indebitati.

LA FORZA DEGLI USA - Secondo Obama, un'economia forte è il più importante contributo che gli Stati Uniti possono fornire alla ripresa globale. «Nessun Paese può raggiungere da solo il nostro obiettivo comune di una ripresa forte, sostenibile ed equilibrata», scrive Obama nella lettera. Alla vigilia del summit un accordo tra i Grandi sembra ancora lontano, soprattutto sul fronte valutario, con la resistenza della Cina a rivalutare lo yuan, come vorrebbe Washington. Dopo 14 ore di lavoro, infatti, gli sherpa, che stanno cercando di mettere a punto la bozza di comunicato finale su cui si confronteranno i leader, non sembrano ancora riusciti a raggiungere un punto di intesa. La bozza del vertice sembra indirizzarsi verso tassi di cambio «determinati dal mercato» e non frutto delle politiche dei vari governi. Ma c'è a immaginare che Pechino opponga ragioni di Stato alla soluzione. «Ogni Paese è rimasto sulla sua posizione originale», ha riferito Kim Yoon-Kyung, un portavoce del Comitato di Presidenza del G20 coreano. Nella bozza di comunicato al momento è «tutto lasciato tra parentesi», cioè in sospeso, perché «nessuno è riuscito a trovare un accordo», ha spiegato Kim. Nel testo si dovrebbe fare riferimento - ha ricordato Kim - al no alle «svalutazioni competitive», al nodo valutario e agli squilibri delle partire correnti.

APPELLO ALLA CINA - Mentre il lavoro degli sherpa prosegue, dal primo ministro britannico David Cameron arriva un invito alla Cina a collaborare con il G20 «per riequilibrare l’economia mondiale». «Se la Cina è pronta a portare avanti l’apertura dei suoi mercati e a lavorare con il Regno Unito e gli altri Paesi del G20 per riequilibrare l’economia mondiale e adottare in modo progressivo delle misure volte a internazionalizzare la sua valuta, questo contribuirà molto a garantire all’economia mondiale la stabilità di cui ha bisogno per una crescita forte e duratura», ha detto Cameron. Inoltre, ha aggiunto, «questo favorirà anche l’idea, all’interno della comunità internazionale, che la Cina, come potenza economica, sia una forza positiva».


YUAN AI MASSIMI - Nel frattempo, lo yuan sale ai massimi sul dollaro dalla rivalutazione del luglio 2005 e tocca quota 6,6353. A Seul il premier cinese Hu Jintao e il presidente Usa Barack Obama s'incontreranno per discutere anche di tassi di cambio prima della fine del vertice di Seul.

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