Cicchitto: «Nuovo terrorismo mediatico». Idv: il premier dica di cosa ha paura. Pd: nessuna strumentalizzazione
MILANO - In attesa della pubblicazione dei documenti riservati Usa da parte di Wikileaks (prevista per domenica alle 22.30), in Italia si surriscalda il clima politico. Il ministro degli Esteri Frattini prevede che sarà «l'11 settembre della diplomazia mondiale, perché i file faranno saltare tutti i rapporti di fiducia tra gli Stati».
«TERRORISMO» - Cicchitto parla di «nuovo terrorismo mediatico», mentre dall'opposizione l'Italia dei Valori che chiede al premier di quali scottanti rivelazioni abbia paura. «Se risultasse vera la fuga di documenti riservati di qualità significativa e di quantità molto rilevante, ciò metterebbe in evidenza che il sistema americano rivelerebbe incredibili elementi di crisi - dice Fabrizio Cicchitto, presidente del Pdl alla Camera. In ogni caso è evidente che la stessa nozione di terrorismo viene ad avere una accezione molto più vasta di quella tradizionale. È evidente che esiste un terrorismo mediatico che per certi aspetti può essere molto più efficace di quello tradizionale. In Italia questo tipo moderno e sofisticato di terrorismo è ormai in atto da qualche tempo e ha accentuato la sua aggressività in questo periodo».
FRATTINI - Nei giorni scorsi il ministro Frattini aveva indicato la possibile esistenza di unastrategia per danneggiare l'immagine dell'Italia sul piano internazionale. «La mia preoccupazione è per l'Italia e non per una parte politica - ha chiarito in un'intervista al Tg2 -. Certamente ci sarà qualcosa che riguarda l'Italia, non necessariamente questo governo. Si parla di notizie che iniziano dal 2006, quando il governo era un altro. Dovremmo non commentare queste notizie, perché sono frutto di un'attività criminale che è stata perseguita penalmente in almeno 10 Paesi nel mondo tra cui gli Stati Uniti e mi auguro che anche la magistratura italiana valuti l'ipotesi di reato». Il ministro poi ha sottolineato che nei confronti dell'Italia «certamente non ci sono complotti o strategie disegnate a tavolino, ma c'è l'enfatizzazione di notizie che oggettivamente sono dannose». L'Italia, ha assicurato, «non diminuirà certo la sua amicizia per gli Stati Uniti». In un'intervista al Corriere della Sera, Frattini ha detto di aspettarsi che anche le forze di opposizione si astengano dal commentare le rivelazioni di Wikileaks: «Credo che il Pd e l'Udc, le opposizioni responsabili, lo faranno. Francamente mi aspetto meno dalle altre».
CALDEROLI - Anche il ministro della Difesa Ignazio La Russa non crede a «un grande vecchio che si sieda la notte a complottare contro l'Italia». Quella in corso, dice, «è una somma di atteggiamenti che hanno come obiettivo danneggiare il governo Berlusconi infischiandosene se questo porta danni a tutta l'Italia». Non è preoccupato il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, coordinatore leghista: «Se le rivelazioni ci saranno, riguarderanno tutti i Paesi e probabilmente a subirne l’impatto maggiore saranno gli Stati Uniti». Calderoli non crede alla teoria del complotto: «Faccio fatica a immaginare l’esistenza di un burattinaio, di un grande vecchio che tira le fila. Certamente, questa vicenda, insieme alle altre, verranno usate in maniera strumentale da chi vuole un governo diverso da quello attuale senza passare attraverso le urne». Dal canto suo il ministro del Welfare Maurizio Sacconi sottolinea che «gli Stati vivono anche di doverosa riservatezza dei loro atti interni. Occorre una maggiore tutela».
OPPOSIZIONE - Sul fronte dell'opposizione Ettore Rosato, deputato del Pd e membro del Copasir, risponde all'invito di Frattini: «Da parte del Pd non c'è mai stata nè mai ci sarà alcuna strumentalizzazione dei fatti, tanto più se questo può nuocere al nostro Paese. Più che astenerci dai commenti, vogliamo capirne origine e significato». Poi una critica all'esecutivo: «Ricordo che è stato il governo a lanciare un grande allarme nel Paese richiamando fatti e personaggi completamente slegati tra loro». Duro il commento dell'Italia dei Valori: «L'idea che possa esistere un complotto contro l'Italia o che si arrivi addirittura a parlare di terrorismo mediatico è semplicemente ridicola - afferma il portavoce Leoluca Orlando -. Il governo ci dica di cosa ha paura e quali scomode e scottanti verità teme che possano emergere dalla pubblicazione dei documenti. Noi abbiamo sempre chiesto quali affari ci fossero dietro i rapporti di amicizia tra Berlusconi e Putin e tra Berlusconi e Gheddafi». Attacca anche Francesco Rutelli, leader dell'Api: «L'Italia in questi anni ha smesso di essere un punto di solidità ed è diventata un problema. Alcune scelte del premier ci hanno isolato a fatto perdere amici antichi e ci hanno fatto aprire la porta a Gheddafi e altri interlocutori scomodi».
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