Dal 4 dicembre l'edizione del rilancio. Michetti: "Dalla città mi aspetto uno scatto". Austerity addio, in fiera 90 case su cento. Promotor conferma trattative con il vertice fiera
La trentacinquesima volta sotto le Due Torri sarà per il Motor Show all'insegna della mobilità sostenibile. La kermesse dell'auto, che sbarca alla Fiera di Bologna dal 4 al 12 dicembre, quest'anno avrà infatti il suo cuore pulsante nell'Electric City: un intero padiglione dove otto case automobilistiche esporranno i loro modelli green alimentati a energia elettrica. E i visitatori avranno la possibilità di testare queste vetture a impatto zero su cui il mercato inizia a scommettere.
A far due conti il Motor Show proporrà quest'anno 44 eventi tra le diverse discipline sportive e 47 anteprime di nuovi modelli grazie alla presenza del 90% delle case automobilistiche, da Fiat alla Renault fino alla Volkswagen. Undici padiglioni col corredo di molte delle caratteristiche degli scorsi anni: dai test drive alle competizioni sportive passando per i rally e la giornata dell'8 dicembre dedicata interamente alla Ferrari. Un ritorno alla versione "premium" del Motor Show, dopo l'austerity dello scorso anno, che fa ipotizzare agli organizzatori un giro di affari di 971 milioni di euro, includendo anche le ricadute economiche che il salone ha sulla città e l'impatto positivo sulle vendite d'auto (circa il 2%).
I numeri li ha snocciolati ieri Giada Michetti, l'amministratore delegato della Promotor che da anni organizza l'evento. Una presentazione, tenuta nella business lounge dell'aeroporto Marconi, che arriva dopo settimane di polemiche proprio sul futuro della manifestazione.
Alla crisi dell'auto si aggiunge infatti il momento delicato tra la Fiera di Bologna (proprietaria del marchio) e gli organizzatori che stanno cercando di modificare l'oneroso contratto che costringe a versare nelle casse di via Michelino tre milioni di euro l'anno. Ma sul tema l'ad della Promotor preferisce non parlare, precisando di star "lavorando per un rinnovo fino al 2021, ma il contratto attuale è stato stipulato in un momento completamente diverso". Tradotto, con la crisi la Fiera deve abbassare le sue pretese.
Parole che, confermando il momento di tensione nei rapporti tra la Fiera e Promotor, arrivano a toccare anche il futuro della città. "Quello che mi sorprende - dice l'ad - è vedere che Bologna non sia in prima fila sulla mobilità sostenibile, noi che siamo sempre stati all'avanguardia su tutto, mi chiedo perché ora non lo siamo più". Mentre sembra cadere l'ipotesi di un Motor Show lontano dal capoluogo emiliano come ipotizzato dagli stessi organizzatori il mese scorso. "Il quadro per l'industria dell'auto è difficile, noi il Motor Show lo vorremmo sempre a Bologna" ma, spiega la Michetti, "oggi è impossibile fare previsioni aldilà del 2011". Una risposta indiretta anche a chi, come il consigliere della Fiera Duccio Campagnoli, la settimana scorsa aveva ipotizzato di fare a meno della manifestazione. "Certo per tornare al livello di sviluppo pre-crisi la strada è ancora lunga - conclude la Michetti - nel settore delle fiere i tempi sono ancora durissimi".
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