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28 nov 2010

Misseri: le mie figlie sono due angioletti

I VERBALI DELL'INCIDENTE PROBATORIO

Ma su Sabrina: «Lei e Sarah facevano giochi pericolosi». La nipote andava in garage per dar da mangiare ai gatti


Sarah Scazzi, uccisa il 26 agosto ad Avetrana
Sarah Scazzi, uccisa il 26 agosto ad Avetrana
MILANO - «Le mie figlie sono come due angioletti, tutt'e due». Nell'incidente probatorio del 19 novembre Michele Misseri racconta la sua verità sulla morte della nipote Sarah Scazzi e conferma le accuse nei confronti della figlia, Sabrina. Ma allo stesso tempo parla di una famiglia unita.

«NON HO MAI TOCCATO I MIEI FIGLI» - «Mi vogliono bene... Cioè, come vi devo spiegare? Vogliamo bene uno con l'altra. Per questo ho detto che io i miei figli non li ho mai toccati e non ho mai...». «Non ha mai dato le botte?» incalza il gip Martino Rosati. «Mai» risponde l'agricoltore. Misseri dice di aver rivelato a don Saverio, cappellano del carcere, che ad uccidere Sarah è stata Sabrina molti giorni prima di averlo riferito ai magistrati. «Che cosa le ha detto?» chiede Daniele Galoppa, difensore di Michele Misseri. «Ha detto: se non dici la verità, mai ti passerà quello che hai nello stomaco. Perché se non dici la verità devi fare i conti con Dio quando sarà...». Ancora l'avvocato Galoppa: «Oggi, guardandoti indietro, chiederesti perdono a Sarah di quello che comunque tu hai fatto, cioè di averla occultata, di non aver fatto emergere subito la verità?». Risponde zio Michele: «Certo che l'avrei fatto, mi facevo perdonare».

«MIA MOGLIE VORRÀ IL DIVORZIO» - Il pm Mariano Buccoliero chiede a Misseri una spiegazione sull'ultima versione che ha fornito agli inquirenti, quella del 5 novembre in cui accusa la figlia dell'omicidio. «Quando ha preso questa decisione di accusare sua figlia Sabrina dell'omicidio? Perché ha maturato questa cosa in carcere? Che cosa è cambiato?» chiede Buccoliero. «Perché dovevo fare tanti anni se una cosa io non l'ho fatta?» risponde l'agricoltore, detenuto nel carcere di Taranto dal 7 ottobre. Misseri esclude che la moglie Cosima Serrano potesse essere a conoscenza dei fatti. Dopo l'arresto, chiede il gip Rosati, «ha mai avuto preoccupazione per i suoi familiari?». «Eh, preoccupazione - è la risposta -, mia moglie sicuramente farà il divorzio e i miei figli non mi potranno vedere mai per tutta la vita».

«DAVANO DA MANGIARE AI GATTI» - Il procuratore aggiunto Pietro Argentino chiede a Misseri se Sarah fosse mai andata nel garage prima dell'omicidio. «Scendevano Sabrina e Sarah perché là avevamo pure il mangiare dei gatti - risponde l'agricoltore -. Cioè avevamo i gatti e scendevano. Delle volte andavano sopra per spandere la biancheria». Il magistrato, parlando del garage in cui sarebbe stata uccisa Sarah Scazzi, incalza: «Ma lei l'ha mai vista da sola Sarah in quel garage?». «Si, qualche volta ci andava da sola». «E che andava a fare?». «Portava il mangiare ai gattini; la mandava Sabrina e andava». Misseri dice che stava dormendo quando Sabrina lo chiamò il 26 agosto chiedendogli di scendere nel garage perché aveva combinato un guaio. Lì l'uomo ha trovato Sarah a terra con una cintura stretta intorno al collo.

«GIOCHI PERICOLOSI» - Misseri ha dunque ribadito che è stata Sabrina a uccidere la nipote, ma al tempo stesso ha cercato di alleggerire la posizione delle ventiduenne parlando di un possibile gioco finito male. «Perché quando sono sceso giù ho visto che le scarpe sono andate più giù, senz'altro dico quella, quando è scivolata, l'ha tirata così e la cinta si è... ma non era la prima volta che giocavano così, che io dicevo sempre che era pericoloso, ma non con la cinta però, con altre cose». «Che giochi pericolosi facevano?» chiede il gip Rosati. Risposta: «Sempre giochi a cavallo o... a cavallo mo' intendo dire che mettevano la corda e camminavano»
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