Lampi di guerra tra le due Coree
Artiglieria colpisce isola, Seul risponde
Si teme un'escalation, abitanti in fuga o nei bunker. Ma Pyongyang accusa: l'esercito sudcoreano ha sparato per primo. "Ferma condanna" dell'azione da parte della Casa Bianca, Obama: "Pyongyang non rispetta obblighi". "Colossale pericolo" per Mosca
SEUL - Torna alta la tensione al confine fra le due Coree. L'artiglieria nordcoreana ha colpito un'isola della Corea del Sud, situata ad ovest della penisola, nel Mar Giallo. Due soldati sudcoreani sono morti, più di una decina sono rimasti feriti, alcuni in modo gravissimo. L'esercito di Seul ha subito risposto al fuoco, mentre il governo ha decretato il massimo livello di allerta in tempo di pace, ha riunito il gabinetto di sicurezza e inviato i suoi caccia a sorvolare l'isola. Il presidente sudcoreano Lee Myung-bak ha invitato Pyongyang a evitare un'escalation, ma ha anche avvertito che se le "provocazioni continueranno" la risposta sarà "più forte". Sul caso, il Consiglio di Sicurezza dell'Onu dovrebbe indire una riunione d'emergenza per i prossimi giorni.E Obama ha avvertito: "La Corea del Nord non sta rispettando i suoi obblighi nei confronti della comunità internazionale". Il presidente Usa ha annunciato che parlerà domani con il collega sudcoreano.
Volano, intanto, accuse reciproche: per Seul si tratta di un attacco premeditato da parte della Corea del Nord in aperta violazione dell'armistizio del 1953, che mise fine alle ostilità anche se un trattato di pace fra i due paesi non è mai stato firmato. Un'azione disumana, che mette a serio rischio i civili che abitano l'isola, circa 1.500. Ma Pyongyang accusa l'esercito sudcoreano di aver sparato per primo e assicura che il bombardamento dell'isola è avvenuto in risposta a quei colpi. E minaccia nuove azioni se Seul violerà il confine marittimo tra i due Paesi "anche di 0,001 millimetri". Dal Sud arriva poi una precisazione: ammettendo di aver condotto esercitazioni militari nell'area, le autorità affermano di aver sparato in direzione ovest, non nord.
La zona dell'attacco, dove è situato un dispiegamento nordcoreano, è contesa da molti anni tra le due Coree e già in passato è stata teatro di scontri. Almeno 50 colpi d'artiglieria hanno raggiunto il bersaglio: obiettivo principale, secondo le prime informazioni, la base militare sull'isola che ospita almeno 600 marine e altre decine di militari di altri reparti. Il bombardamento ha però colpito anche decine di case, almeno 60 secondo i testimoni: le fiamme che hanno avviluppato gli edifici si sono propagate alle aree circostanti. Alcuni residenti hanno lasciato l'isola a bordo delle barche dei pescatori, altri si sono rifugiati nei bunker.
Le reazioni. Ferma la condanna dell'"azione bellica" nordcoreana da parte della Casa Bianca. Washington chiede che cessi immediatamente e conferma che gli Stati Uniti sono pienamente impegnati a garantire la sicurezza della Corea del Sud, oltreché la stabilità e la pace regionale. Il Pentagono per ora non ritiene necessario un "rafforzamento del deterrente militare" nell'area. Il governo cinese si è già detto molto preoccupato e ha invitato le parti a tornare alla ragionevolezza, invocando allo stesso tempo una rapida ripresa dei colloqui a sei (Corea del Nord, Corea del Sud, Cina, Giappone, Russia e Stati Uniti), partiti nel 2003 per fermare la corsa all'atomica di Pyongyang. La Russia ha invitato a evitare un'escalation e vede un "colossale pericolo" all'orizzonte: la tensione nella regione sta crescendo, dice il ministro degli Esteri Serghei Lavrov ed "è necessario mettere fine agli attacchi immediatamente".
Dura condanna anche da parte della Nato e dell'Unione europea, che, per bocca dell'alto rappresentante per la politica estera Catherine Ashton, ha espresso preoccupazione profonda per gli eventi odierni, mentre il premier giapponese Naoto Kan ha riunito d'urgenza i ministri e ha detto loro di tenersi pronti a tutto per reagire in maniera ferma "qualunque imprevisto accada". Da Gerusalemme, anche il ministro degli Esteri Franco Frattini si aggiunge al coro di critiche internazionali contro Pyongyang e dichiara: "Dobbiamo rispondere duramente perché se questi episodi sono tollerati si dà un esempio pessimo ad altri Paesi del mondo, senza nominare nessuno in particolare".
Seul, situazione tranquilla. Tranquilla la situazione a Seul, riferisce l'ambasciatore italiano Andrea Leggeri. "Non c'è nessuna ragione per allarmare, il Paese ha reagito con calma" al bombardamento, ha detto parlando a Sky Tg24. L'ambasciata italiana sta seguendo l'evolversi della situazione.
Ieri le esercitazioni sudcoreane. Ieri Seul ha dato inizio al "Hoguk Exercise", una delle tre principali esercitazioni annuali di difesa che coinvolgono circa 70.000 militari, mentre oggi a Pechino è arrivato l'inviato speciale americano per la Corea del Nord Stephen Bosworth, nell'ambito dei colloqui sul dossier di Pyongyang in programma in questi giorni. Il bombardamento dell'isola giunge pochi giorni dopo la scoperta dell'esistenza di un sofisticato impianto per l'arricchimento dell'uranio in Corea del Nord, un sito dove i tecnici nordcoreani potrebbero fabbricare armi nucleari. La scoperta, fatta grazie alla visita di uno scienziato statunitense nel Paese, ha scatenato l'allarme internazionale. Washington ha parlato di aperta sfida, Seul si è detta "molto preoccupata" e Tokyo ha definito la situazione "totalmente inaccettabile".
Nessun commento:
Posta un commento