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14 nov 2010

Il 23enne della Red Bull si aggiudica gara e titolo Alonso solo settimo: clamoroso errore di strategia


YAS MARINA - La Ferrari si smarrisce nel momento più importante. Un errore di strategia, e la Rossa consegna il titolo piloti nelle mani di Sebastian Vettel. Il pilota tedesco della Red Bull domina il Gp di Abu Dhabi e si laurea campione del mondo di Formula 1. A soli 23 anni: un record. «Incredibile, sono campione del mondo» grida alla radio, piangendo di gioia e sfogando la tensione dopo aver tagliato il traguardo. Colossale flop della Ferrari e di Fernando Alonso: lo spagnolo, arrivato ad Abu Dhabi con i galloni di leader iridato, si piazza solo settimo: con 252 punti, deve accontentarsi di un'amarissima seconda posizione nella classifica finale. Sul podio, assieme a Vettel, vanno anche le McLaren-Mercedes degli inglesi Lewis Hamilton e Jenson Button. Alle loro spalle Nico Rosberg (Mercedes Gp), Robert Kubica (Renault) e Vitaly Petrov (Renault). Dietro ad Alonso, chiudono Mark Webber (Red Bull), Jaime Alguersuari (Toro Rosso) e Felipe Massa (Ferrari).

ERRORE - È stata la strategia di gara a punire la Ferrari. Un errore far rientrare Alonso ai box nelle prime fasi di gara per marcare stretto Webber, l'altro rivale per il titolo che era stato costretto a cambiare subito le gomme. Tornato in pista in undicesima posizione alle spalle della Renault di Petrov, per Alonso non c'è stato più nulla da fare: lo spagnolo non è riuscito a recuperare quelle posizioni necessarie per conservare la testa della classifica. E ha chiuso malinconicamente al settimo posto, nell'amaro crepuscolo di Abu Dhabi.

Alonso esce dall'abitacolo a fine gara (Ap)
DELUSIONE - L'amarezza, in casa Ferrari, è davvero tanta. Perché dopo una stagione piena di difficoltà, il titolo sembrava davvero a un passo. « «Così sono le gare e lo sport in generale - dichiara a fine gara Alonso - facciamo di tutto per fare bene e vincere, alcune volte ci riesce altre volte no. Speriamo di fare bene l'anno prossimo ma i complimenti vanno a chi ha vinto». «Dire che siamo giù di morale è dire poco - afferma Luca Cordero di Montezemolo. - Oggi bastava tenere la posizione o pensare al quarto posto ed avremmo vinto il mondiale. Purtroppo è andata così: non tutto ha funzionato perfettamente. Ma usciamo a testa alta. ono orgoglioso di questa Ferrari: abbiamo perso all'ultima gara per pochi punti (quattro, ndr), quando forse eravamo convinti di non perdere e questo fa più male Alonso? È un pilota fortissimo e se non ha vinto il Mondiale non è per colpa sua». «È andata male, ovviamente non siamo contenti, in questo momento c'è delusione come è giusto che sia, complimenti a chi ha vinto» commenta Stefano Domenicali, direttore della gestione sportiva della Ferrari. «Le analisi le faremo con calma - aggiunge Domenicali ai microfoni di Rai Sport. - Dobbiamo mantenere la testa alta, la squadra ha fatto un grandissimo lavoro e dobbiamo mantenere grande serenità in un momento difficile. Quando si perde fa sempre male, ma bisogna avere la classe di riconoscere certe cose e lavorare per il prossimo anno». Stato d'animo opposto in casa Red Bull, che dopo il titolo costruttori si aggiudica dunque anche quello piloti. «Sono senza parole - esulta Vettel in conferenza stampa - non saprei cosa dire in un momento come questo. È stata una stagione dura per me e per tutti, soprattutto dal punto di vista fisico e mentale. Abbiamo sempre creduto nel team e nella macchina, oggi è un giorno speciale». «In certi momenti non riuscivo a respirare, abbiamo fatto un lavoro incredibile, è stato fantastico e alla fine Sebastian è campione del mondo con una strategia giusta» esulta Christian Horner.


Vettel taglia il traguardo
LA GARA
- Il sogno di Alonso va in frantumi in una giornata che comincia male e finisce peggio. Il campione di Oviedo parte dalla terza posizione, ma al semaforo verde si fa sorprendere dalla McLaren-Mercedes di Button e scivola al quarto posto. Nel cuore del gruppone, la Mercedes Gp di Schumacher si gira dopo poche centinaia di metri e la Force India di Vitantonio Liuzzi centra in pieno la freccia d'argento. Safety car, corsa congelata fino al quinto dei 55 giri in programma. Si ricomincia e le posizioni al vertice non cambiano. I brividi, però, non mancano: nella nona tornata Webber, all'inseguimento di Alonso, sfiora le barriere con la ruota posteriore destra. L'australiano rientra ai box per sostituire le gomme, la Ferrari prova a marcarlo facendo rientrare Massa: il brasiliano torna in pista ma si ritrova alle spalle della Red Bull e il 'catenaccio' del Cavallino non funziona. Alonso cambia gli pneumatici nel 16° giro e torna in gara in una posizione infelice: la strategia, alla fine, si rivelerà pessima. Davanti, Vettel continua a marciare spedito, con un vantaggio di circa 2" sulla McLaren di Hamilton. Ai box della Ferrari la tensione è alle stelle, visto che Alonso è imbottigliato alle spalle della Renault di Petrov: l'asturiano tenta il sorpasso in una sola occasione ma rischia grosso, finendo nella via di fuga asfaltata ed evitando un patatrac. I meccanici della Red Bull confezionano un pit-stop da record per Vettel, che si ripresenta in pista davanti a Hamilton, 'intrappolato' alle spalle della Renault di Kubica. Quasi inosservato, Button continua a macinare giri su giri come leader 'virtuale': il campione del mondo uscente, ultimo big a sostituire le gomme, abbandona la prima posizione al 40° passaggio quando sbriga la formalità. Vettel riprende il comando e si avvicina al titolo. Dal muretto della Ferrari partono via radio gli ultimi disperati appelli ad Alonso: «Usa il tuo talento». Lo spagnolo non riesce nemmeno ad avvicinarsi a Petrov e annaspa in settima posizione. Dovrebbe superare 3 vetture nell'ultima porzione di gara per riprendersi il titolo: missione impossibile, la Ferrari si arrende. È il giorno di Vettel.

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