Haiti: ancora morti per il colera
PORT-AU-PRINCE - In Haiti c'è il rischio di essere "sovrastati dall'epidemia": è l'appello lanciato oggi dall'Onu sulla diffusione del colera nel paese caraibico, che secondo l'ultimo bilancio ha già fatto 796 morti, di cui 13 nella capitale, Port-au-Prince. Ad aggiornare il bilancio è stato, come ormai sta facendo dallo scorso 22 ottobre, quando la malattia ha iniziato a diffondersi, il ministero della salute haitiano, precisando che i malati ricoverati nel paese sono già 12.303. A Ginevra, la portavoce dell'Ufficio dell'Onu per gli affari umanitari (Ocha) Elisabeth Byrs, ha d'altra parte sottolineato che si rischia di essere "sovrastati dall'epidemia", rilevando che per lottare contro la malattia sono necessari fondi pari a circa 164 milioni di dollari.
L'appello per la raccolta di fondi servirà a rispondere ai bisogni di ulteriore personale medico e di materiale per l'igiene e la purificazione dell'acqua in particolare, ha spiegato Byrs, precisando che i fondi richiesti figurano nell'ambito di un piano congiunto dell'Onu, di 42 ong e dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Omi), al fine di aiutare il ministero haitiano della sanità. Secondo i piani elaborati dall'Onu, in cinque dei dieci dipartimenti nei quali è suddiviso il paese - il più povero dell'America Latina - fino a 200mila persone potrebbero manifestare i sintomi della malattia, la cui propagazione è favorita dalle povere condizioni di igiene. La stima è stata elaborata dal dipartimento per le Americhe dell'Organizzazione mondiale della sanità e dal Centro per il controllo delle malattie degli Stati Uniti, sulla base delle esperienze in altri paesi. L'allerta per l'epidemia viene seguita ormai da giorni molto attentamente anche nella vicina Repubblica Dominicana. L'Organizzazione panamericana della Sanità (Ops) ha reso noto di aver inviato nelle zone di frontiera tra i due paesi una squadra di medici, tra i quali esperti in epidemie e microbiologi.
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